Il Sottosegretario con delega all’editoria, Andrea Martella, torna sulla questione diritto d’autore, in riferimento al giusto compenso per i contenuti.
Il 29 aprile scorso, durante un’Audizione in Commissione Cultura, Martella aveva affermato che dal “14 febbraio scorso, poco prima che esplodesse la pandemia, il governo ha depositato in Senato il disegno di legge che dispone il recepimento della direttiva comunitaria sul diritto d’autore. A causa dell’emergenza sanitaria si è svolta una sola seduta ma credo che ci siano le condizioni perché il Parlamento, il Senato in questo caso, possa riprendere in esame il provvedimento e si possa arrivare alla sua approvazione ben prima del giugno del 2021, previsto dalla stessa direttiva e auspico che questo possa avvenire entro la fine di quest’anno”.
Poi nei giorni scorsi ha ribadito il concetto, aggiungendo che “sul fronte legislativo il governo si è impegnato a disciplinare tempestivamente questa materia dando immediata attuazione alla direttiva europea sul copyright, non appena il Parlamento approverà – confido rapidamente – la legge delega di recepimento. Nel frattempo, auspico che tutti gli operatori economici – piattaforme digitali o fornitori di rassegne stampa – che utilizzano con qualsiasi mezzo articoli di giornale a riproduzione riservata trovino al più presto con gli editori accordi che prevedano un compenso adeguato e ragionevole per l’utilizzo di tali contenuti senza discriminazioni per le controparti”.
La guerra ai fornitori di rassegne stampa è cominciata già da qualche tempo, questa è l’ennesima delibera che impone a queste società di rimuovere e non riutilizzare alcuni contenuti.
Martella sul tema ha commentato che questo “recentissimo pronunciamento da parte dall’Agcom in materia di rassegne stampa è un altro importante tassello per la tutela del diritto d’autore nel sistema dell’informazione. Si sta finalmente affermando con chiarezza in sede regolatoria e giurisdizionale il principio secondo cui l’utilizzo di contenuti editoriali soggetti a riproduzione riservata deve essere sempre adeguatamente remunerato”.
Gli editori sono comunque ancora in attesa di una regolamentazione che definisca i rapporti con gli OTT, a maggior ragione in una situazione, come quella attuale, in cui la pubblicità online ha subìto un crollo considerevole, colpendo direttamente tutti i soggetti del settore, soprattutto quelli di medio-piccole dimensioni.
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