Dopo l’ok del governo, continuano le trattative tra TIM e Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) per la creazione della rete unica. L’ultimo via libera è arrivato dai CdA delle due parti con la lettera di intenti “finalizzata a dare vita alla società della rete unica nazionale necessaria per l’accelerazione dello sviluppo digitale dell’Italia”, si legge nella nota rilasciata da Cdp.
Il progetto consiste nella creazione di una società, AccessCo, che sarà una “società aperta anche ad altri investitori” e verrà costituita mediante la fusione di Open Fiber (società partecipata da Cdp e Enel) e FiberCop, “società comprensiva della rete di accesso primaria e secondaria di Tim” (partecipata da Tim al 58%, KKR Infrastructure al 37,5% e Fastweb al 4,5%).
AccessCo, sarà quindi gestita e controllata sia da Cdp che da TIM e il progetto è atteso entro la fine dell’anno per raggiungere un eventuale accordo di fusione non oltre il primo trimestre del 2021.
Inoltre, nella nota di Cdp, si legge anche che “in aggiunta alla rete unica nazionale, CDP Equity e TIM daranno immediato avvio alle valutazioni in merito ad ulteriori aree di possibile cooperazione per perseguire lo sviluppo di altre tecnologie (5G, hedge computing, Data Center, Cloud e altro), cosi da facilitare la rapida introduzione di tecnologie innovative che migliorino l’accessibilità del Paese”.
TIM, nella nota rilasciata ieri, sottolinea che “l’operazione permetterà un’accelerazione del passaggio dei clienti da rame a fibra e contribuirà alla riduzione del digital divide in Italia”.
Perché è questo il problema allarmante che ora va affrontato e risolto, per consentire l’accesso alla rete a tutti i cittadini italiani, per informare tutti correttamente, per una democrazia più partecipata e cosciente.