“L’editoria sta vivendo un lungo periodo di crisi, ulteriormente aggravata dalla situazione sanitaria, e le edicole, di conseguenza, sono in forte sofferenza economica e necessitano del sostegno e dell’aiuto delle amministrazioni pubbliche. Sia comunali che regionali ma anche quella nazionale, per continuare a svolgere la loro attività principale”.
Così SI.NA.G.I. (Sindacato Nazionale dei Giornalai Italiani) e SNAG (Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai) aderente alla Confcommercio. Le edicole “non diventino mini market”, questa la richiesta di entrambi i sindacati degli edicolanti italiani. “Non c’è nulla di innovativo nel voler trasformare i chioschi di giornali in piccoli mini-market facendo venir meno la loro peculiarità della divulgazione dell’informazione a mezzo carta stampata e quindi di presidi della democrazia”.
Le edicole presidio della democrazia
È necessario, invece, difendere il ruolo di presidio della democrazia che le edicole italiane hanno dimostrato di rivestire nei lunghi mesi pandemici. Nei periodi di lockdown i chioschi delle rivendite della carta stampata sono rimasti aperti, continuando “a garantire ai cittadini l’accesso all’informazione scritta e ad essere un punto di riferimento sociale”.
Tutelare l’attività principale
Rispettare, quindi, prima di tutto l’attività principale delle edicole: “quella di diffondere l’informazione a mezzo carta stampata, integrando la loro redditività con la possibilità di erogare servizi, sia pubblici che privati, ai cittadini, conservando la loro funzione di utilità pubblica evitando la trasformazione in una nuova tipologia di attività commerciale”.
“Da anni Sinagi affiliato Slc-Cgil, e Snag-Confcommercio sono impegnati su questo fronte e confidano della presa di coscienza di questa necessità oltre che delle amministrazioni pubbliche, e della politica, anche da parte del mondo editoriale”.
Anche perché, parafrasando Charles Robert Darwin, solo chi si adatta sopravvive.