Dopo il Rapporto annuale 2020 pubblicato da AGCOM nella giornata di ieri, anche l’Antitrust (AGCM -Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato-), in una segnalazione ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dello Sviluppo Economico, all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e all’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, interviene sul tema dello sviluppo delle infrastrutture italiane.
Per l’Antitrust è fondamentale quindi lo “sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazione fissa e mobile a banda ultra-larga, in un’ottica di promozione degli investimenti e del rispetto di un corretto gioco concorrenziale”. Questo tipo di sistemi sono elemento di base per la crescita del tessuto imprenditoriale e per la crescita economica e sociale di tutto il Paese. Il tema è già stato affrontato più volte (anche durante “I mercoledì degli editori” di USPI) ma è importante tornarci sopra, non tanto per ripetere concetti già analizzati, quanto per attivarsi nel trovare soluzioni e per mettersi all’opera nella modernizzazione.
È di pochi giorni fa il dato allarmante sulla percentuale di studenti che non hanno potuto usufruire della didattica a distanza durante il periodo di lockdown: ben il 12,7%. Le istituzioni si devono preoccupare e occupare di questa situazione, rilanciando gli investimenti pubblici e privati che possano implementare le reti di comunicazione italiane.
Per quanto riguarda la mancanza di dispositivi elettronici, denunciata da varie famiglie durante il lungo periodo di quarantena, “l’Autorità accoglie con favore la previsione di strumenti di sostegno alla domanda – tramite l’erogazione di voucher e dispositivi elettronici – per le famiglie meno abbienti (intervento di coesione o c.d. fase I), rispondenti ad un duplice obiettivo: inclusione sociale ed educazione al mondo digitale.
Al contempo, ritiene necessario che gli ulteriori interventi destinati alle famiglie e alle imprese (interventi della c.d. fase II) debbano essere erogati esclusivamente per connessioni con velocità di almeno 100 Mpbs, nel rispetto del principio di neutralità tecnologica. In caso contrario si avrebbe un sostegno ingiustificato per tecnologie che hanno dimostrato, proprio durante l’emergenza sanitaria, di non essere adeguate al soddisfacimento delle esigenze di connettività del Paese”.
“L’Autorità auspica che tali interventi siano adottati in modo da permettere un più veloce sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazione fisse e mobili e di assicurare un level playing field concorrenziale. La concorrenza tra operatori, a tutti i livelli della filiera dei servizi di telefonia mobile e fissa, può rappresentare il motore principale per l’ammodernamento delle reti di telecomunicazione, garantendo che i consumatori siano gli effettivi destinatari dei relativi effetti benefici, in termini di prezzi, qualità dei servizi e innovazione tecnologica”, conclude l’Autorità.