Meta non potrà più utilizzare la pubblicità targettizzata senza una previa autorizzazione dell’utente.
Questa la decisione del Garante della Privacy irlandese, che si allinea con quella precedentemente presa dal Board europeo dei dati personali (EDPB).
Il colosso americano, quindi, non potrà più costringere gli utenti ad accettare il trattamento dei dati finalizzato alla pubblicità con la minaccia dell’esclusione dalle piattaforme.
Anzi, gli utenti dovranno avere la possibilità di decidere di non essere tracciati. Tale decisione però non ha reso illegale la pubblicità contestuale, ovvero quella coerente con le pagine visitate.
L’azienda americana ha ora tre mesi di tempo per adeguarsi alle nuove norme.
La decisione del Garante della Privacy irlandese
Il caso è stato gestito dall’autorità irlandese perché gli uffici europei dell’azienda si trovano proprio sul loro territorio. Essendo però un tema estremamente rilevante ha previsto la discussione con le altre autorità di regolazione, tra cui l’EDPB.
Inizialmente il DPC (Data Protection Commission) irlandese ha ritenuto che il problema principale non fosse la raccolta dei consensi bensì un problema di trasparenza.
Il colosso di Zuckerberg, infatti, per aggirare l’obbligo del consenso, aveva inserito nelle condizioni di servizio una clausola specifica, secondo cui il trattamento dei dati è consentito se finalizzato all’esecuzione del contratto.
Di conseguenza la soluzione sarebbe stata una semplice modifica ad alcune parti della Privacy Policy di Meta.
Le altre autorità di garanzia della privacy non si sono però trovate d’accordo e l’EDPB ha definito le regole giuridiche da seguire per chiudere il caso. L’autorità irlandese si è vista quindi costretta ad accettare la decisione del Board europeo.
Articolo di L.L.