Sono stati pubblicati proprio pochi giorni fa i dati relativi alla diffusione e alla vendita dei giornali.
I totali della diffusione, ormai, vengono presentati aggregati, quindi includenti sia i numeri del digitale che del cartaceo. La stessa AGCOM ha pubblicato la scorsa settimana i numeri dell’editoria cartacea, abbastanza disastrosi. Tutto questo evidenzia chiaramente il calo della diffusione e della vendita della carta stampata.
Le copie diminuiscono costantemente e i lettori rimasti sono sicuramente i più fidelizzati che comprerebbero il giornale in ogni caso, anche quando il prezzo aumenta.
“Cari lettori, da domani mattina, il costo per acquistare la copia in edicola del nostro e vostro giornale aumenterà di 20 centesimi, passando a 1,70 euro (2,50 il Venerdì e 3,00 il sabato e domenica)”, questa la decisione di Repubblica che sicuramente incuriosisce chi conosce la crisi del settore e quindi non ne capisce probabilmente i motivi.
“È una decisione su cui abbiamo riflettuto a lungo, che arriva a distanza di 6 anni dall’ultimo aumento del prezzo di Repubblica, e che è figlia del macroscopico aumento dei costi dell’energia e della carta, entrambi fattori essenziali della produzione e distribuzione di un quotidiano”, spiega Repubblica, che alza il prezzo del giornale di oltre il 10%.
Probabilmente la carta stampata ha capito in che direzione sta andando e per questo si gioca la carta garante di “un’informazione di qualità”, ma forse il pubblico a cui si rivolge è quello affezionato a questo tipo di formato.
In ogni caso, l’aumento del prezzo di un giornale come Repubblica è l’ennesimo chiaro sentore della crisi del comparto, che deve trovare la strada del rinnovamento.