2021 da record per la pubblicità online che raggiungerà i 4,2 miliardi di euro (+23%). A dirlo sono gli ultimi dati dell’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano, presentati oggi in anteprima alla 19esima edizione dello IAB Forum.
La forte ripresa degli investimenti in comunicazione sembrerebbe ancora più evidente nell’era post restrizioni Covid-19.
Nel nostro Paese, in particolare, si stima che l’anno possa chiudersi con una raccolta pubblicitaria complessiva di 9,5 miliardi di euro, riportandosi ai livelli del 2008. Numeri record anche per l’advertising digitale, che totalizza circa 4,2 miliardi di euro (valeva poco meno di 3 miliardi nel 2018 e la metà nel 2015), registrando una crescita a doppia cifra, +23% sul 2020.
L’internet media, come previsto alla fine dello scorso anno, supera tutti i mezzi con il 45% della raccolta pubblicitaria, seguito dalla tv che detiene il 41%.
I soggetti in crescita
Gli OTT sono ancora i padroni della maggior parte degli investimenti, detengono infatti quasi l’80% della raccolta online. Ma quest’anno la crescita è tale che riguarda tutti gli attori digitali: editori web in primis.
“La spinta negli ultimi 12-18 mesi”, ha spiegato Andrea Lamperti, Direttore dell’Osservatorio, “è stata trainata dalle numerose PMI che a causa del lockdown si sono dovute “reinventare” e lo hanno fatto soprattutto sfruttando le opportunità dei canali digitali.
Novità in arrivo per l’adv online
“Dietro questa importante ripresa c’è un’industria che ha davanti grandi opportunità ma anche grandi rischi. Il mercato, seppur molto dinamico, rimane tuttora squilibrato tra gli OTT e gli altri attori. Esiste una necessità di riequilibrio del mercato e come IAB abbiamo lavorato assiduamente per sensibilizzare il legislatore su alcuni interventi normativi che aiutino per un assetto concorrenziale più equo”, ha detto Carlo Noseda, Presidente di IAB Italia. “In primis la web tax, così come la global minimum tax, in vigore dal 2023, che darà un’ulteriore spinta verso una maggiore equità. In questi mesi stiamo portando avanti anche il tema della cookie law che comporterà un’altra svolta epocale per la nostra industria già a partire da gennaio 2022 e che potrebbe acuire ancora questa disparità. Con le nuove regole guida sui cookies i player domestici (e gli editori online) prevedono infatti una riduzione tra il 60% e l’80% della loro capacità di raccolta dei consensi”.