Il 3 febbraio si è celebrato il 60esimo anno dall’istituzione dell’Ordine dei Giornalisti.
Per questa ricorrenza, l’OdG ha organizzato un convegno dal titolo autoesplicativo “Il giornalismo alla sfida per il futuro” in cui si è discusso dei necessari cambiamenti su cui si dovrà lavorare per adattarsi al mondo dei media.
Importante l’intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha ricordato l’articolo 21 della Costituzione: “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” e, ancora, la stampa “non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
“L’informazione è un veicolo di libertà e non è un caso che la stessa Assemblea costituente volle approvare una legge in materia di disposizioni sulla stampa, che tracciava, dopo vent’anni di bavaglio, un percorso di ritorno all’indipendenza per i media. […] E’ diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti”, ha spiegato Mattarella.
Poi il Presidente ha ricordato i compiti e i doveri dei giornalisti e il futuro complesso e impegnativo che si prospetta nel settore. Soprattutto in riferimento al nuovo strumento dell’intelligenza artificiale che cambierà inevitabilmente il lavoro giornalistico, ma comunque non potrà “prescindere dal rispetto dei canoni fondamentali”.
Non solo il tema della tutela delle fonti, ma anche quello delle minacce fisiche e giudiziarie e quello della questione delle intercettazioni. Su questi argomenti l’intervento del presidente del Cnog, Carlo Bartoli, per ricordare alle istituzioni di mettere in atto strategie “per poter svolgere con diligenza e onore quei compiti costituzionali che sono fondamentali per un Paese libero come l’Italia”.
L’onere non ricade però esclusivamente sulle istituzioni: infatti, “il giornalista deve avere ancora più attenzione ai propri doveri: non derogare mai dalla verifica rigorosa delle fonti, attenersi alla continenza nel linguaggio, avere a cuore l’accuratezza della narrazione e praticare, sempre e comunque, il rispetto per la dignità della persona”, perché “l’informazione professionale assume, nell’attuale ecosistema digitale, una nuova centralità” e bisogna imparare a gestire le nuove sfide del futuro.
Il giornalista deve sostenere l’informazione. Il “nostro dovere, lo facciamo con i contributi diretti e indiretti e lo faremo con la revisione dei contratti per l’attribuzione dei servizi alle agenzie di stampa perché vengano ridefiniti in un’ottica pluriennale, di pluralismo e di sostegno alle realtà editoriali”. Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’Informazione e all’Editoria, Alberto Barachini, che poi menziona l’approvazione del Regolamento AGCOM sull’equo compenso, con lo scopo di evidenziare i concreti passi avanti per aiutare il settore editoriale ad uscire da questo momento di crisi.
Articolo di T. S.
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