Prosegue la battaglia per impedire ai grandi gruppi internazionali di evadere fiscalmente le tassazioni nei vari Paesi Ue. Sembrerebbe ufficiale l’accordo per la Corporate Tax. Lo ha annunciato l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Quindi niente più aliquote sotto il 15%.
L’ultima novità riguarda i Paesi aderenti all’accordo. Infatti, è di poco fa la notizia dell’unione di Irlanda e l’Estonia. Quindi, in totale, sono 136 Paesi nel mondo hanno dichiarato guerra agli evasori.
“Ci uniamo all’accordo sulla global tax“, ha detto la premier estone Kaja Kallas in una dichiarazione, aggiungendo che questo “non cambierà nulla per la maggior parte degli operatori economici dell’Estonia, e che riguarderà solo le filiali dei grandi gruppi multinazionali”.
Nel luglio scorso il G20 riunito a Venezia aveva sostenuto l’intesa di massima raggiunta in seno all’Ocse per una minimum tax del 15% sulle multinazionali. Estonia, Irlanda e Ungheria si erano sfilati dalla firma.
“E’ un passo importante ed estremamente positivo per gli sforzi collettivi dell’Europa per costruire un sistema fiscale globale più equo e stabile“, ha commentato il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni.
“L’Irlanda fa una scelta europea, coraggiosa, una tappa essenziale verso una maggiore giustizia fiscale internazionale”, ha sottolineato il segretario di Stato francese agli Affari europei, Clement Beaune, commentando la decisione di Dublino.
Quindi, Amazon, Facebook e Google pagheranno le imposte nei Paesi in cui i loro beni e servizi saranno venduti, a prescindere da una presenza fisica o meno all’interno del territorio dello Stato. Il provvedimento rientra nel processo di ridimensionamento delle aziende gigantesche che hanno monopolizzato interi mercati. A detrimento non solo della concorrenza ma anche del mercato stesso.