L’Ue preme per raggiungere un accordo all’Ocse sulla web tax

Nei mesi scorsi era stato auspicato un accordo internazionale per tassare le grandi aziende del settore digitale (Google, Amazon, Facebook, Apple), onde evitare il “moltiplicarsi delle tasse sui servizi digitali e un aumento della frequenza delle controversie commerciali e fiscali”, speranza poi svanita a causa della divergenza dell’amministrazione Trump. 

Ma a pochi giorni dall’insediamento del nuovo Presidente degli USA, l’Ue fa sapere che tornerà a fare pressioni a Biden e all’America per raggiungere l’accordo al tavolo internazionale dell’Ocse sulla web tax.

L’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, sostenitrice di questa linea comune, aveva riconosciuto lo scorso ottobre che in tempi brevi non si sarebbe raggiunto un accordo su un nuovo standard globale per la tassazione delle imprese digitali, ma ora da Bruxelles fanno sapere che l’Europa intende presentare la propria proposta normativa entro il primo semestre dell’anno e ha lanciato una consultazione pubblica a riguardo, che resterà aperta fino all’11 febbraio.

“Questa iniziativa mira a introdurre una tassa digitale per affrontare la questione dell’equa tassazione dell’economia digitale”, scrive la Commissione Ue, sottolineando che “la proposta vuole garantire che le aziende digitali paghino ciò che è legittimamente dovuto, generando entrate per sostenere la ripresa dell’Europa”.

Il Commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni, parlando alla commissione Mercato interno del Parlamento Ue, si è definito “abbastanza curioso e ottimista di avere una nuova prospettiva” con l’arrivo di Biden alla Casa Bianca. “Intendiamo giungere a un accordo a livello Ocse“, ha sottolineato, ricordando che finora le trattative sono state bloccate dalla divergenza degli Usa. “Se una nuova prospettiva non dovesse emergere – ha aggiunto -, la Commissione Ue ha confermato che a presenterà una proposta europea nel primo semestre” dell’anno.

Anche la Francia è convinta di poter “convincere il nostro nuovo partner americano, l’amministrazione Biden, a sottoscrivere questa tassazione e alle modalità definite nel quadro dell’Ocse, altrimenti dovremo tornare a una soluzione europea“, già proposta all’Italia alla fine del 2020.

Il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, ha poi commentato che “ognuno si rende conto” che “i grandi vincitori di questa crisi sono i colossi del digitale. Sono loro che hanno realizzato i più grandi profitti durante questo periodo di crisi, ciò che rende ancora più necessaria, ancora più giusta, l’attuazione di una tassazione del digitale su scala Ocse, nei mesi a venire”.