Le attività di Microsoft tornano a interessare le autorità antitrust europee. Questa volta, sotto la lente di ingrandimento degli enti regolatori, ci sono le pratiche anticoncorrenziali che la Big Tech avrebbe utilizzato per spingere i suoi servizi cloud.
Con l’esplosione della pandemia, infatti, il cloud ha subito una forte accelerazione ed è aumentata la richiesta di servizi che consentono la collaborazione e la comunicazione da remoto. Secondo l’accusa di molte aziende del settore, le Big Tech come Microsoft avrebbero di fatto limitato la concorrenza.
L’indagine
L’indagine è partita ufficialmente dopo le denunce presentate da NextCloud, OVHcloud e altre aziende europee che operano nel settore dei servizi cloud. Lo ha rivelato la vicepresidente della Commissione europea, Margrethe Vestager, nel corso della sua visita a Washington.
In particolare, OVHcloud ha accusato Microsoft di termini di licenza abusivi, mentre NextCloud era preoccupata per il monopolio dei servizi OneDrive con il sistema operativo Windows.
“Abbiamo inviato il reclamo iniziale alle aziende per sentire il loro punto di vista. E poi, ovviamente, partiremo da lì”, ha detto Vestager, evidenziando che l’ecosistema dei fornitori di cloud deve essere aperto alla concorrenza.
L’Ue intanto sta lavorando sui requisiti di trasparenza per i giganti del web come Microsoft, Google, Amazon e altri. Regolare le azioni delle Big Tech consentirà ai loro clienti di portare i propri dati anche ai concorrenti, consentendo una maggiore apertura del mercato. Tutto questo è una parte fondamentale del progetto di legge dell’Ue sul Data Act, appena licenziato dal Parlamento europeo.