Andrea Martella, Sottosegretario all’editoria, è tornato a parlare dei prossimi interventi nel settore editoriale durante l’evento “Il futuro dell’informazione: dalla storia d’Italia all’editoria 5.0” organizzato da Agi.
“Il mio lavoro è rilanciare la professione del giornalismo, perché sono convinto che sia un asse fondamentale della democrazia che si nutre di libera informazione e di pluralismo”, ha dichiarato.
Oltre alla sospensione dei tagli dei contributi all’editoria, già annunciata da Martella, il Sottosegretario ha dichiarato anche che verranno stanziati 40 milioni per il sostegno alle agenzie di stampa: “l’acquisizione del servizio da parte della presidenza del Consiglio, non attraverso una gara d’appalto come nell’ultima circostanza, ma attraverso un sistema diverso, che possa consentire di trattare la notizia in maniera differente dagli altri beni”. In riferimento ai contributi statali al settore editoriale, Martella ha tenuto a precisare che “l’intervento pubblico a sostegno dell’editoria e del sistema dell’informazione non solo è giustificato, ma imposto al legislatore ai fini del rispetto del pluralismo”, proprio come afferma una sentenza del luglio 2019 della Corte Costituzionale, citata dallo stesso Martella. Senza considerare, inoltre, che “il nostro Paese ha un livello di investimento pubblico nell’editoria che è tra i più bassi in Europa”.
“Il vero futuro è dei giornali, che continueranno ad esistere anche nel futuro, ma vanno aiutati”, ha concluso il Sottosegretario.
Inoltre prenderà il via un progetto che vedrà la collaborazione del Ministero dell’Istruzione per “portare già nelle scuole medie quotidiani e riviste, a sostegno dell’attività didattica, dell’educazione civica”.
Sulla Direttiva europea sul Copyright online Martella è categorico: sarà oggetto di “uno dei prossimi Consigli dei ministri, in modo tale da procedere poi con un decreto legislativo per attuare la norma entro il 2020”.
Sulle due questioni di particolare attualità –il futuro dell’Inpgi e i prepensionamenti– il Sottosegretario è stato chiaro, dichiarando di voler intervenire efficacemente: “L’indipendenza e l’autonomia del giornalismo si sostengono anche con certezze di carattere previdenziale”, affermando di aver “provato a individuare risorse finanziarie per anticipare la scelta di portare i comunicatori nell’Inpgi al 2023. Costerebbe qualche centinaio di milioni non facili da trovare”.
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