L’Osservatorio UNA sulle aziende della comunicazione

UNA, Aziende della Comunicazione Unite, ha presentato una ricerca, sviluppata con l’Università di Pavia, che definisce i nuovi perimetri, le tendenze e le prospettive del mercato della comunicazione.

Questa collaborazione dà il via all’Osservatorio UNA sulle aziende della comunicazione che avrà l’obiettivo di continuare a monitorare le dinamiche del settore.

Focus della ricerca

Come ha dichiarato Andrea Cornelli, Vice Presidente UNA, il principale focus della ricerca è stato quello di individuare le dimensioni complessive del comparto comunicazione.

Il mercato del comparto è stato analizzato identificando nuovi profili professionali emergenti, ma anche indagando eventuali dinamiche di diseguaglianza fra i generi.

Sono state poi messe in luce delle principali tendenze evolutive che hanno caratterizzato il cambiamento nella domanda di comunicazione da parte dei clienti e le strategie che gli operatori del settore hanno messo in campo per rispondere.

L’industria della comunicazione in Italia

I risultati della ricerca mostrano un mercato che conta 26.000 addetti dove però il gender gap si fa sentire e la digitalizzazione è ancora un processo in crescita.

Il mercato della comunicazione in Italia conta fino a 10.598 imprese che producono circa 15 miliardi di euro.

Più del 45% delle imprese ha piccole o piccolissime dimensioni (tra i 2 e i 3 dipendenti ognuna).

I soggetti di medie e grandi dimensioni (più di 50 dipendenti) rappresentano poco meno dell’1% anche se producono oltre la metà (57%) del fatturato complessivo del comparto.

Nel gruppo di imprese rilevate c’è una variegata stratificazione per sottosettori, tutto sommato stabile negli ultimi tre anni, con un’importante prevalenza di imprese che possono essere classificate nel sottosettore Advertising.

Distribuzione sul territorio

Le aziende si distribuiscono sul territorio gravitando attorno a dei poli principali. Fra tutti, quello lombardo, con Milano in testa, è il più rilevante e raggiunge oltre il 47% delle imprese attive.

Seguono il polo romano (11%), quello dell’area torinese (8%) e quello veneto (5%).

I Centri Media sono particolarmente concentrati in Lombardia (67%), mentre il settore delle PR appare diviso fra l’area milanese, che presenta comunque la maggioranza relativa (47%), e quella romana (22%).

La trasformazione digitale

La digitalizzazione è un processo ancora in corso per molte di queste aziende e, con ogni aspettativa, non si concluderà in pochi anni.

Tuttavia, il processo di transizione digitale, benché non sia completato nei fatti, è accolto con la giusta attenzione dal comparto e sarà indagato nel corso dei prossimi Osservatori di UNA.

In questo scenario, il Covid ha sicuramente creato un importante spartiacque in grado di generare nuovi bisogni e rivedere alcune logiche tipiche di questo mercato.

Tecnologie innovative e applicazione: i dati

Il 56% delle aziende intervistate dichiara di utilizzare tecnologie digitali avanzate in tutte le fasi della produzione, mentre il 26% le utilizza solo quando queste sono considerate interessanti e utili ai fini aziendali.

Si rileva inoltre che il 18% complessivo del campione fa un uso molto limitato delle tecnologie digitali utilizzandole solo se necessario (8%) o dichiarando di non averne bisogno per il proprio business di riferimento (10%).

Il 15% delle aziende coinvolte nella rilevazione, inoltre, dichiara di fare uso di AI.

Il gender gap

Il mercato del lavoro delle aziende di comunicazione appare in generale più aperto alle lavoratrici rispetto alla media nazionale.

Le difficoltà maggiori per le donne si riscontrano nel non riuscire a raggiungere facilmente posizioni apicali nelle aziende.

Le figure più ricercate

Rispetto al passato e al periodo pre-pandemico, si assiste a una crescita nella ricerca di alcuni profili professionali legati al mondo della comunicazione digitale.

L’attenzione è rivolta in modo particolare ai profili di tipo più analitico, quelli legati ai big data e ai sistemi di gestione dell’AI, e di relazione con i media e con il cliente.

Nello specifico, i primi quattro profili professionali ricercati dalle aziende riguardano:

la progettazione e gestione di piattaforme digitali (42%), la gestione dei social media (37%), l’ottimizzazione SEO e SEM (31,5%), l’analisi dei dati e in particolare dei big data (31,4%).

Seguono immediatamente le professioni grafiche e accounting (27%).

Articolo di I.M.