UE, Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) 2021: Italia si pone al 20° posto

In generale, progressi nella transizione digitale ma servono nuovi sforzi a livello della UE. L’Italia migliora, ma è “significativamente in ritardo rispetto ad altri paesi dell’UE in termini di capitale umano”.

La Commissione europea

La Commissione europea, il 12 novembre scorso, ha pubblicato i risultati dell’edizione 2021 dell’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI), che traccia i progressi compiuti negli Stati membri dell’UE in materia di competitività digitale nei settori del capitale umano, della connettività a banda larga, dell’integrazione delle tecnologie digitali da parte delle imprese e dei servizi pubblici digitali.

DESI 2021

Le relazioni DESI 2021 presentano principalmente i dati del primo o del secondo trimestre del 2020. E forniscono alcune indicazioni sui principali sviluppi dell’economia e della società digitali durante il primo anno della pandemia di COVID-19.

Tuttavia i dati non tengono conto dell’effetto della COVID-19 sull’uso e sull’offerta di servizi digitali né dei risultati delle politiche attuate nel frattempo. I dati saranno più visibili nell’edizione 2022.

Tutti gli Stati membri hanno fatto registrare progressi nel settore della digitalizzazione

Tutti gli Stati membri dell’UE hanno fatto registrare progressi nel settore della digitalizzazione, ma il quadro generale negli Stati membri è eterogeneo e il divario tra i paesi con i punteggi DESI più alti e quelli con i punteggi più bassi rimane ampio, sebbene si noti una certa convergenza.

Nonostante questi miglioramenti, tutti gli Stati membri dovranno compiere sforzi concertati per conseguire gli obiettivi per il 2030 stabiliti nel decennio digitale europeo.

La “Bussola per il digitale 2030”: il modello europeo per il decennio digitale

Il DESI 2021 è stato adeguato per riflettere le principali iniziative strategiche, tra cui la “Bussola per il digitale 2030: il modello europeo per il decennio digitale“, che definisce le ambizioni dell’Europa per quanto riguarda il digitale e illustra le prospettive per la trasformazione digitale e gli obiettivi concreti per il 2030 articolati in 4 punti cardinali:

competenze,

– infrastrutture,

– trasformazione digitale delle imprese,  

– digitalizzazione dei servizi pubblici.

Principali risultati del DESI 2021 nei quattro settori

1) Per quanto riguarda le competenze digitali il 56% delle persone nell’UE possiede almeno competenze digitali di base. I dati mostrano un leggero aumento dell’impiego di specialisti TIC. Nel 2020 erano 8,4 milioni che lavoravano nell’UE, rispetto ai 7,8 milioni dell’anno precedente.

La Commissione ha inoltre pubblicato oggi il quadro di valutazione relativo alle donne nel settore digitale, che conferma che permane un notevole divario di genere nelle competenze digitali specialistiche.

2) “I dati sulla connettività mostrano un miglioramento per quanto riguarda soprattutto le “reti ad altissima capacità” (VHCN), ora disponibili per il 59% delle famiglie dell’UE. Si tratta di un dato in crescita rispetto al 50% di un anno fa. Ma siamo ancora lontani dalla copertura universale delle reti Gigabit (obiettivo del decennio digitale per il 2030). La copertura VHCN delle zone rurali è passata dal 22% nel 2019 al 28% nel 2020.

3) Per quanto riguarda l’integrazione delle tecnologie digitali, si è registrato un forte aumento dell’utilizzo delle tecnologie cloud (dal 16% delle imprese nel 2018 al 26% nel 2020). Le grandi imprese continuano a svolgere un ruolo guida nell’uso delle tecnologie digitali. Rispetto alle PMI utilizzano molto di più, ad esempio, la condivisione elettronica delle informazioni attraverso sistemi di pianificazione delle risorse aziendali (ERP) e il software cloud (l’80% delle grandi imprese contro il 35% delle PMI per l’ERP e il 48% delle grandi imprese contro il 25% delle PMI per il cloud).

4) Nei dati sui servizi pubblici digitali non figurano ancora miglioramenti significativi dei servizi di e-government. Durante il primo anno della pandemia diversi Stati membri hanno creato o potenziato piattaforme digitali per fornire un maggior numero di servizi online. La Commissione ha inoltre reso disponibile l’analisi comparativa sull’e-government 2021, un’indagine che ha coinvolto i cittadini di 36 paesi europei sull’uso dei servizi pubblici digitali.

Il Dispositivo  UE per la ripresa e la resilienza

Nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF), gli Stati membri dell’UE si sono impegnati a destinare al digitale almeno il 20% delle dotazioni nazionali del piano per la ripresa e la resilienza e finora gli Stati membri hanno raggiunto o ampiamente superato tale obiettivo.

Le relazioni nazionali

Le relazioni nazionali DESI comprendono una sintesi degli investimenti e delle riforme digitali contenuti nei 22 piani per la ripresa e la resilienza già adottati dal Consiglio. Vediamo il comportamento dell’Italia;

Migliora il piazzamento dell’Italia: 20ma nella UE

Migliora il piazzamento dell’Italia nell’edizione 2021. Nel rilevamento appena pubblicato il nostro Paese si colloca al 20° posto, in crescita rispetto al 25° occupato nell’edizione precedente.

Ma “significativamente in ritardo rispetto ad altri paesi dell’Ue in termini di capitale umano”.

Il capitale umano

L’Italia si colloca al 25esimo posto per capitale umano. Solo il 42 % delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni possiede perlomeno competenze digitali di base (56 % nell’Ue). E solo il 22 % dispone di competenze digitali superiori a quelle di base (31% nell’Ue).

La percentuale di specialisti Tic in Italia è pari al 3,6 % dell’occupazione totale, ancora al di sotto della media Ue (4,3 %). Solo l’1,3 % dei laureati italiani sceglie discipline Tic, un dato ben al di sotto della media Ue, mentre la questione di genere è nella media.

“L’Italia deve far fronte a notevoli carenze nelle competenze digitali di base e avanzate. Che rischiano di tradursi nell’esclusione digitale di una parte significativa della popolazione e di limitare la capacità di innovazione delle imprese. La Strategia Nazionale per le Competenze Digitali rappresenta un risultato importante e un’opportunità per colmare questo divario”, sottolinea il rapporto.

L’integrazione tecnologica e i servizi pubblici

Migliorano gli indicatori dell’integrazione tecnologica, con un passaggio dal 22esimo al decimo posto, e dei servizi pubblici, dal 19 al 18mo posto).

La connettività

Situazione critica invece sul fronte della connettività. In questo campo, l’Italia passa dal 17esimo al 23mo posto.

“Nel quadro della diffusione della banda larga, la pandemia di Covid-19 ha indotto l’attuazione di alcune misure che hanno impresso un’accelerazione alla copertura della banda ultralarga anche nelle aree bianche”, constata l’analisi.

Necessarie più soluzioni strutturali per far fronte ai ritardi del piano Banda ultralarga

“Tuttavia, sono necessarie più soluzioni strutturali a lungo termine per far fronte ai ritardi che ancora si verificano nell’attuazione del piano Banda ultralarga.

Sarà inoltre importante tradurre il punteggio elevato di preparazione al 5G in una copertura 5G nelle zone abitate e, a tal fine, proseguire le riforme strutturali avviate nel 2020 e attuare le misure incluse nella tabella di marcia nazionale relativa al pacchetto di strumenti per la connettività 5G”, conclude l’analisi DESI 2021.

Per ulteriori informazioni

Download European Analysis 2021 (.pdf)

Download methodology DESI 2021 (.pdf)

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