L’Associazione Italiana Editori (AIE) ha firmato la Carta per la libertà di espressione proposta dall’Associazione Tedesca degli Editori e Librai Börsenverein des Deutschen Buchhandels.
A sottoscrivere fisicamente l’atto è stato il presidente AIE Ricardo Franco Levi, che poi ha commentato: “Le libertà di espressione e di edizione sono al centro della missione sociale degli editori. Difendendole non difendiamo solo la nostra professione, ma anche i principi democratici alla base della convivenza civile, principi che non sono mai acquisiti una volta per tutte”.
La Carta per la libertà di espressione
La carta è stata presentata in occasione della Settimana della libertà di espressione, istituita nel 2021 dal 3 al 10 maggio, in ricordo dei roghi di libri che il 10 maggio del 1933 i nazisti accesero a Berlino e nelle maggiori città tedesche, bruciando ogni volume che contenesse pensieri e idee considerati contrari “alla pura cultura tedesca”.
Il documento è composto da undici principi:
“CARTA PER LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE
1. La libertà di espressione è un diritto umano universale e in quanto tale non è negoziabile. Ogni persona ha il diritto di rivendicare la propria libertà di espressione.
2. La libertà di espressione comprende il diritto all’informazione, la libertà di stampa e la libertà di pubblicazione e di informazione.
3. La libertà di espressione è il presupposto fondamentale per una società libera, diversificata e democratica. Le opinioni di tutti i cittadini contribuiscono al processo di formazione dell’opinione in una società e quindi garantiscono la sovranità del popolo in una democrazia.
4. La libertà di espressione ci obbliga a trattarci con rispetto, ad ascoltarci gli uni con gli altri, a permetterci l’un l’altro di rispondere, di riflettere e di considerare le reciproche argomentazioni.
5. Le molestie e le espressioni di odio non sono protette dalla libertà di espressione. Al contrario, esse violano i suoi principi fondamentali. La libertà di espressione finisce quando la dignità di una persona viene violata.
6. La libertà di espressione non significa libertà dalle critiche. La critica segna l’inizio di un dibattito significativo e quindi costituisce una parte importante del processo di formazione delle opinioni.
7. La libertà di espressione richiede una cultura del dibattito di cui sia lo Stato che la società civile sono responsabili.
8. Qualsiasi restrizione alla libertà di espressione da parte dell’intervento dello Stato è un segno infallibile di un allontanamento da una società libera, diversificata e democratica. Questo invita la società a resistere e a dimostrare solidarietà.
9. Gli Stati democratici hanno una particolare responsabilità, attraverso la loro politica estera ed economica, di garantire che non siano tollerate restrizioni al diritto alla libertà di espressione.
10. L’uso della violenza contro i dissidenti attraverso intimidazioni fisiche e psicologiche, minacce e pressioni finanziarie è inaccettabile.
11. La società civile ha l’obbligo di difendere la libertà di espressione, di esporre tutte le restrizioni alla libertà di espressione e di contrastarle efficacemente”.
Gli scopi della Carta
I principi della Carta cercano di proteggere e promuovere una cultura del dibattito aperto. I firmatari si impegnano a riconoscere e ad agire secondo gli ideali stabiliti nei suoi termini e ad applicarli al proprio ambiente e alla propria rete. Chiunque è libero di sottoscriverla e sostenerla.
La Carta dovrebbe inoltre sostenere tutti coloro che in tutto il mondo hanno la libertà di espressione limitata o soppressa. Coloro che sono perseguitati per aver utilizzato il loro diritto alla libertà di espressione dovrebbero poter fare affidamento su questa Carta e invocarne i principi.