La stampa, la Cina e le carte da gioco

Quando si pensa all’origine della stampa, viene naturale fare riferimento all’invenzione dei caratteri mobili e del torchio di Johannes Gutenberg, nel 1450. In effetti, dal punto di vista dello sviluppo dell’Occidente il riferimento è quello, poiché da quel momento in poi la storia dell’umanità prese un’altra direzione, come ci insegna Francesco Bacone nella “Nuova Atlantide”: “La stampa, la polvere da sparo e la bussola: queste tre invenzioni hanno completamente cambiato la faccia e lo stato delle cose in tutto il mondo; […] esse hanno portato tanti cambiamenti, così profondi, che nessun impero, nessuna setta, nessuna stella sembra aver esercitato tanto potere ed influenza nella vita dell’uomo quanto queste scoperte meccaniche“.

Tuttavia, l’invenzione della stampa in assoluto non è accidentale ma avvenne in Cina molti secoli prima. Bisogna anche aggiungere che, oltre a inventare la prima tecnica di riproduzione di un testo (una forma originaria di xilografia), in Cina vennero e inventate anche la carta e l’inchiostro, senza le quali ogni stampa sarebbe stata impossibile.

I cinesi cominciarono a produrre timbri realizzati in legno o in pietra per validare documenti, superando la tecnica del bamboo e della giada. Tra il VII e l’VIII secolo, sotto la dinastia Tang, si consolidò la pratica dei timbri con la nascita della stampa con blocchi di legno. Con questa tecnica furono stampate le prime opere legate alla religione, come avvenne subito dopo l’invenzione del torchio con la pubblicazione della Bibbia, che fu il primo libro stampato in Europa a caratteri mobili.

Tuttavia, i cinesi si accorsero che l’utilizzo del legno non consentiva la conservazione dei caratteri, che andavano a deteriorarsi velocemente. Dal 1041 nacque la tecnica dei caratteri mobili, attribuita a Feng Tao, un grande funzionario governativo del periodo delle Cinque Dinastie. I caratteri erano in terracotta e dopo essere stati modellati, venivano cotti in forno per diventare solidi, anche se erano molto delicati. Era abbastanza macchinosa la tecnica per livellarli per ottenere una stampa uniforme.

Lo sviluppo successivo avvenne in Corea, con la realizzazione di caratteri mobili in metallo, con l’utilizzo del rame e del bronzo, ma per usare questi nuovi caratteri fu necessario creare un nuovo inchiostro che si adattasse all’uso del metallo. Questo ulteriore sviluppo avvenne circa un secolo prima dell’applicazione dei caratteri mobili in Germania. Il libro “Un’antologia di insegnamenti Zen dei patriarchi buddhisti del Monaco Baigun” è il libro più antico del mondo realizzato con la tecnica dei caratteri mobili in metallo.

Non è chiarissimo se l’invenzione di Gutenberg fu originaria o derivata da conoscenze che arrivavano dall’Oriente. Una leggenda narra del rapporto tra Marco Polo e Panfilo Castaldi. Marco Polo avrebbe riportato dalla Cina i caratteri mobili e li avrebbe consegnati a Castaldi che divenne un famoso tipografo, precedendo perfino Gutenberg. La leggenda narra anche che Castaldi realizzò i caratteri mobili originariamente in vetro di Murano. Più fondatamente, il passaggio di informazioni da Oriente a Occidente potrebbe essere avvenuto successivamente all’invasione mongolica dell’Europa orientale e centrale, oppure attraverso i missionari cristiani che vennero in contatto con la cultura orientale.

Un’altra interessante ipotesi è che le tecniche per la stampa furono importate per realizzare un’altra invenzione cinese: le carte da gioco. La necessità di riprodurle, visto che erano particolarmente apprezzate in Europa, determinò l’accelerazione della acquisizione delle tecniche di stampa.

Tutte ipotesi, come si vede, che però partono da un fondamento di verità: la stampa nasce in Cina.

* Carter T. F., The invention of printing in China and its spread westward, New York, Columbia University Press, 1931.