Sembrerebbe concretizzarsi sempre di più la possibilità del passaggio dei giornalisti dipendenti all’INPS. Quindi si tratterebbe solo dell’INPGI 1 che è l’unica gestione in disavanzo. Invece, l’INPGI 2 dovrebbe restare autonoma.
Le proposte avanzate
Questa del passaggio in INPS era una delle due proposte avanzate dal governo per la risoluzione della crisi INPGI. L’altra, formulata dall’Istituto previdenziale dei giornalisti per tutelare l’autonomia della categoria, vede un allargamento della platea ai lavoratori della filiera editoriale.
Ma su questa seconda opzione comunicatori e grafici si sono già più volte chiaramente espressi, rifiutando il passaggio in INPGI. Tra l’altro, da alcune stime, si tratterebbe di circa 22mila dipendenti, che porterebbero 250 milioni di gettito contributivo, cifra non sufficiente a mettere in sicurezza l’istituto.
La prima ipotesi, quindi, sarebbe l’alternativa più facilmente percorribile. A dirlo è stata anche la commissione istituita dal Governo: l’idea è di mantenere i diritti già maturati al 30 giugno 2022, e di passare alle regole Inps dal 1° luglio 2022.
Il passaggio
Per gestire la transizione da INPGI a INPS, dovrebbe essere istituito un comitato ad hoc.
Inoltre, nelle proposte presentate per la Legge di Bilancio 2022, si ipotizza l’adozione di un nuovo statuto per INPGI 2 da presentare entro il 30 giugno 2022, e una volta approvato saranno indette nuove elezioni.
Il commento
La presidente INPGI, Marina Macelloni, si è espressa sulla possibile soluzione: “ho votato a favore del documento della commissione, approvato all’unanimità, perché nel caso di passaggio all’INPS le prestazioni maturate dai giornalisti fino alla fine di giugno 2022 saranno mantenute, l’INPGI continua ad esistere per i lavoratori autonomi e viene evitato il commissariamento dell’ente”.