Il proprietario del Daily Mail ha intentato una causa davanti l’Antitrust USA contro Google di Alphabet Inc.
L’accusa è quella di manipolare i risultati di ricerca e le vendite dei banner pubblicitari, agendo con modalità tali da danneggiare gli editori online.
Il Daily Mail, con sede nel Regno Unito, è un noto tabloid di notizie su attualità e gossip. Gestisce uno dei siti web più letti al mondo, con 75 milioni di visitatori mensili unici negli Stati Uniti.
La causa, condotta presso il tribunale federale di Manhattan, afferma che Google punisce gli editori nelle classifiche di ricerca se non vendono abbastanza spazio pubblicitario attraverso il marketplace proprietario dell’azienda di Mountain View.
La tesi del Daily Mail è piuttosto chiara: visto che nell’ultimo periodo la testata ha avuto modo di sperimentare – anche in via preferenziale – altre fonti di finanziamento pubblicitario più convenienti rispetto a quelle messe a disposizione da Google, il board ritiene di essere stato danneggiato e penalizzato nell’indicizzazione dei suoi contenuti.
Il caso citato è indicativo, secondo il giornale, del comportamento di Google. Il Daily Mail aveva riportato dei commenti di Piers Morgan all’intervista rilasciata da Harry e Meghan a Oprah Winfrey. Lo aveva fatto in quanto Piers Morgan collabora come editorialista della testata.
Tali commenti sono stati ripresi riprese anche da altre testate più piccole, dalla diffusione regionale.
Secondo il Daily Mail, l’indicizzazione di queste testate locali è risultata migliore rispetto a quella propria, che per primo aveva pubblicato l’articolo.
Secondo quanto riportato nella causa intentata, il Daily Mail chiede danni di entità non specificata, sostenendo che Google abbia utilizzato un algoritmo per collegare il suo motore di ricerca e la piattaforma di vendita di annunci per fare pressione sugli editori, abusando del suo potere di mercato.
L’editore chiede, inoltre, all’Antitrust di far interrompere a Google la sua presunta cattiva condotta e di indurlo ad offrire trasparenza rispetto al suo algoritmo di ricerca delle notizie.
L’azienda di Mountain View si difende, contestando totalmente l’accusa rivoltagli.
«Le affermazioni del Daily Mail sono completamente imprecise. – ha affermato un portavoce della multinazionale – L’utilizzo dei nostri strumenti di tecnologia pubblicitaria non influisce sul posizionamento del sito web di un editore. Vogliamo che l’editore, anzi, scelga tra diversi partner pubblicitari».
«Lo stesso Daily Mail, ad esempio, – ha ricordato il rappresentate di Google – autorizza altre piattaforme per i suoi spazi pubblicitari, tra cui Amazon, Verizon e altri. Difenderemo noi stessi da queste affermazioni senza merito».
La parola ora passa al giudice americano.
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