Importante decisione presa nella giornata di ieri dalla Corte costituzionale con l’ordinanza numero 37, che dichiara ammissibile la richiesta di intervento dell’Ordine dei Giornalisti nel giudizio di costituzionalità sulle norme che puniscono con il carcere il reato di diffamazione a mezzo stampa.
In particolare, sarà il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (Cnog) che potrà intervenire nel giudizio costituzionale sulla legittimità delle norme in materia di diffamazione a mezzo stampa.
Inoltre, l’ordinanza ribadisce che l’intervento del terzo deve essere giustificato da “un interesse qualificato, inerente in modo diretto e immediato al rapporto dedotto in giudizio”. A legittimare l’intervento del Cnog è quindi la sua competenza a decidere sui ricorsi in materia disciplinare.
La legge in materia è chiara: le condanne penali che comportano interdizione dai pubblici uffici determinano automaticamente la sospensione o, nei casi peggiori, la cancellazione del giornalista dall’Albo. In ogni altro caso di condanna penale è previsto che il Consiglio Nazionale inizi l’azione disciplinare qualora il fatto “offenda il decoro e la dignità professionali ovvero comprometta la reputazione del giornalista o la dignità dell’Ordine”.