L’US Copyright Office ha denunciato diverse aziende produttrici di Intelligenza Artificiale Generativa per aver addestrato i modelli di IA Generativa su materiale coperto da copyright.
L’ufficio nazionale americano, che si occupa di assicurare che il diritto d’autore negli Stati Uniti sia rispettato, ha avviato una consultazione pubblica con lo scopo istituire una regolamentazione in materia.
Le aziende produttrici di IA non hanno accolto la proposta e non sembrano intenzionate a pagare per i diritti d’autore.
I modelli generativi di IA devono imparare da database che contengono informazioni provenienti da Internet. Anche se i contenuti sono pubblici, molti dei dati usati per addestrare le IA potrebbero essere coperti da copyright.
Tuttavia, le aziende sviluppatrici non chiedono alcun permesso di utilizzo e non pagano le dovute royalties ai detentori del diritto d’autore, violando la legge sul copyright.
Per questo, l’US Copyright Office ha annunciato l’avvio di uno studio su artisti, cittadini, aziende e autori: si chiedono commenti e opinioni sulla validità di una possibile azione legislativa per regolamentare l’uso di materiale con copyright per l’addestramento di IA Generativa.
I commenti potranno essere inviati fino al 15 novembre. L’amministrazione Biden, poi, se ne prenderà carico e valuterà se potrà intervenire con un’azione legislativa, come già annunciato nell’ordine esecutivo di questo fine ottobre.
Le grandi aziende che investono sull’IA Generativa si dichiarano contrarie all’istituzione di un regolamento.
Meta afferma che il pagamento delle royalties sfocerà in un grande sforzo di identificazione dei titolari dei diritti, anche se i loro lavori sono una piccolissima percentuale di dati di addestramento.
Microsoft ritiene che la legge danneggerebbe i piccoli sviluppatori, che con poche risorse economiche non potrebbero sostenere la spesa di acquisizione dei diritti d’autore.
Secondo l’azienda di Redmond, la ricerca e lo sviluppo di modelli di IA Generativa, quindi, si ridurrebbe alle sole aziende e Paesi in cui l’uso del copyright non è una violazione.
Articolo di T.S.
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