Google avverte gli editori online. Sono state, infatti, pubblicate delle nuove linee guida che spiegano come verranno gestiti i contenuti che riguardano il conflitto in Ucraina.
Che Google sia il colosso del web che gestisce la maggior parte dei contenuti online, è noto a tutti da decenni ormai. Che gli editori online debbano occuparsi di “far piacere” i loro contenuti al motore di ricerca, almeno dal punto di vista del SEO (Search Engine Optimization), forse è un po’ meno noto ai non addetti ai lavori.
Le linee guida
In particolare, Big G avverte che verrà sospesa la monetizzazione di pagine che violano le sue politiche. A partire da quelle sui “contenuti pericolosi o denigratori”.
Nelle e-mail arrivate a numerosi editori, il colosso di Mountain View chiarisce: “a causa della guerra in Ucraina, sospenderemo la monetizzazione dei contenuti che sfruttano, ignorano o giustificano la guerra”.
Il messaggio agli editori è firmato “The Google Ad Manager Team”. “Prega di notare che sono già state fatte rispettare le affermazioni relative alla guerra in Ucraina che hanno violato le politiche esistenti (ad esempio, la politica sui Contenuti Pericolosi o Denigratori vieta la monetizzazione di contenuti che incitano alla violenza o negano eventi tragici). Questo aggiornamento ha lo scopo di chiarire, e in alcuni casi espandere, la nostra guida per gli editori in relazione a questo conflitto”.
“Questa pausa include, ma senza limitarsi a questo, affermazioni che accusano le vittime di essere responsabili della loro tragedia o altri casi simili che colpevolizzano le vittime, come le affermazioni di chi sostiene che l’Ucraina sta commettendo un genocidio o che attacca deliberatamente i suoi stessi cittadini”. Spiega ancora il colosso.
I commenti
Il motivo dichiarato da Google per l’invio di questo messaggio rimane quello di costituirsi come intermediario pubblicitario. Principalmente a tutela di chi investe nei suoi annunci online. Quindi, al solo scopo di evitare che gli annunci dei suoi clienti vengano effettivamente associati a contenuti dannosi o impropri per gli utenti finali.
Molti i commenti relativi all’aggiornamento della politica di Big G. La maggior parte di essi, ovviamente, riflettono sull’influenza che il colosso americano potrebbe avere sulla copertura mediatica di un evento.