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Google avvia attività di lobbying per “smussare” il Digital Markets Act

Nonostante l’approvazione da parte del Parlamento europeo del Digital Market Act (DMA), avvenuta lo scorso 17 dicembre, sembrerebbe, secondo quanto riportato dal Financial Times, che Google abbia avviato comunque una vasta campagna di lobbying per cercare di ottenere alcune modifiche.

Il DMA

Il regolamento sui mercati digitali che, insieme alla legge sui servizi digitali (Digital Service Act -DSA), fa parte del pacchetto digitale presentato dalla Commissione europea ormai un anno fa (dicembre 2020), ha lo scopo preciso di creare finalmente una regolamentazione a livello comunitario che tuteli il mercato europeo ma soprattutto contenga lo strapotere delle Big Tech.

Quindi, l’entrata in vigore del nuovo regolamento potrebbe avere conseguenze negative per i profitti di Google e compagni, ecco perché lo stesso Big G si sarebbe mosso per cercare di smussare almeno i punti più spigolosi.

Il DMA stabilisce vari obblighi e divieti per i cosiddetti Over The Top, in particolare per regolamentare la posizione dominante in specifici mercati quali social network, motori di ricerca, sistemi operativi, pubblicità online, ecc. Gli eurodeputati, prima di approvare il testo, hanno a lungo discusso sui criteri per la definizione dei gatekeeper: fino a 8 miliardi di euro di fatturato e una capitalizzazione di mercato di 80 miliardi di euro; servizio di piattaforma di base fornito in almeno tre paesi dell’Ue e con almeno 45 milioni di utenti al mese, questa la decisione.

Le attività di lobbying di Big G

Secondo il Financial Times, diversi politici hanno ricevuto “pressioni” attraverso e-mail, post sui social o inviti diretti. In base a quanto riportato nel Registro dei rappresentanti di interessi, Google ha investito circa 6 milioni di euro nel 2020 per le suddette attività.

“Pensiamo che le persone in Europa dovrebbero poter godere dei migliori servizi che Google può creare. È chiaro che alcune delle proposte nel DMA e nel DSA ci riguardano direttamente e avranno un impatto sul modo in cui innoviamo i nostri prodotti in Europa. Ci preoccupiamo di trovare il giusto equilibrio e sappiamo che anche i nostri utenti e clienti si preoccupano. Come molti altri, ci siamo impegnati in modo aperto e costruttivo con i responsabili politici durante tutto il processo legislativo per esprimere il nostro punto di vista”, ha affermato l’azienda di Mountain View.

Irene Vitale

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