Nel 2021 sono stati sospesi, per mano di Google, 5,6 milioni di account pubblicitari. Il triplo del 2020 (1,7 milioni).
Questa la maggiore evidenza emersa dal Google Ads Safety Report. L’analisi di Google presenta le attività di contrasto alle pubblicità dannose e ingannevoli svoltesi nel corso del 2021.
“Per proteggere gli utenti abbiamo investito molto nella nostra tecnologia che utilizza i segnali di rete per trovare collegamenti tra account”, ha spiegato Brian Crowley, Trust & Safety Director di Google. “Esaminiamo gli account, le informazioni di pagamento, gli indirizzi IP e altri fattori che possono essere ricondotti a comportamenti dannosi per gli utenti delle nostre piattaforme. Questo ci permette di stare al passo con i metodi che vengono impiegati dai malintenzionati e rimuovere non solo le pubblicità dannose, ma anche i relativi autori”.
Ma Big G non si ferma qui, il Google Safety Engineering service ha annunciato miglioramenti nelle tecniche di rilevamento basate sull’apprendimento automatico.
I dati
Per quanto riguarda i contenuti dannosi presenti sul web, Google ha rimosso, nel 2021, 3,4 miliardi di annunci pubblicitari. Il 20% dei quali reo di aver abusato delle linee guida del network pubblicitario.
Il procedimento
Quando una pagina non soddisfa gli standard di qualità necessari viene bloccata. L’editore può chiedere di rivedere il provvedimento in vigore dopo aver modificato il sito in modo che soddisfi le linee guida.
Queste norme aiutano gli editori a pubblicare e monetizzare i loro contenuti senza incorrere in sanzioni e ingannare gli utenti. Nel 2021 Google ha preso provvedimenti nei confronti di 1,7 miliardi di pagine web.
“Il nostro approccio”, spiega ancora Crowley, “non segue certamente una ‘taglia unica’. Non ci limitiamo a bloccare e rimuovere gli annunci, la restrizione degli annunci è una parte fondamentale della nostra strategia operativa. Nel 2021 abbiamo messo sotto restrizione 5,7 miliardi di annunci. Si tratta di un approccio personalizzato basato sulla geografia e sulle leggi locali. Il nostro algoritmo è in grado di mostrare gli annunci dove sono appropriati, regolamentati e legali. Il paesaggio culturale è molto vario e vogliamo che ognuno si possa rispecchiare sulle nostre piattaforme”.