In un’indagine conoscitiva sul tema della diffamazione online, presentata alla commissione Giustizia del Senato, il Presidente del Garante per la Protezione dei Dati Personali (GPDP), Pasquale Stanzione, sollecita la necessità di maggiori tutele.
“Come dimostrano i casi dell’oblio e del cyberbullismo, il meccanismo di notice and take down, fondato sulla richiesta al gestore di rimozione o deindicizzazione dei dati illecitamente trattati e la successiva istanza al Garante in caso di inerzia o rigetto, è infatti un utile strumento di tutela dei diritti della personalità online”, ha spiegato Stanzione.
Bisogno di sensibilizzazione e responsabilizzazione
Per assicurare la difesa della persona, diventa inderogabile aggiornare ed estendere le tutele sul web “a un novero più ampio di lesione della dignità del soggetto, mediante contenuti diffusi online in maniera manifestamente illecita”.
“Le misure accordate dal Garante rispetto a contenuti manifestamente illeciti, perché ictu oculi inesatti o lesivi come i discorsi d’odio, ben potrebbero costituire parte di una strategia integrata di tutela della dignità personale, articolata su diversi livelli di protezione, proporzionali al grado della lesione subita”, suggerisce il Garante.
Stanzione poi invita a “riflettere sull’estensione di tale disciplina a casi quali l’hate speech” e “la diffusione di notizie manifestamente inesatte e lesive dell’identità individuale”, sottolineando il bisogno di sensibilizzazione e responsabilizzazione promosso anche dal Digital Services Act.
Articolo di T. S.