G7, l’Italia punta alle intelligenze artificiali 

L’intelligenza artificiale è il tema del momento. E lo è anche sul palco del G7, l’incontro tra nazioni – Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti, più una rappresentanza dell’Unione Europea – che, negli ultimi tempi, si è concentrata sempre di più su questioni di tecnologia e ambiente. 

Ed è proprio l’Italia ad aprire la conferenza, con la voce del ministro di Industria e Made In Italy, Adolfo Urso. Il primo evento si terrà a Verona, il 14 marzo prossimo, e sarà destinato a discutere dell’industria e dell’utilizzo pratico dello spazio. 

Poi ci si sposterà a Trento, “il polmone produttivo del nostro Paese”, per spostarsi su discussioni in scala più ridotta. Riguardanti il mondo della tecnologia e, nello specifico, l’Intelligenza Artificiale. 

L’Italia alla ricerca del digitale 

L’IA “sarà uno dei principali temi del G7 dei Parlamenti, che sarà presieduto dall’Italia e avrà luogo a settembre a Verona. […] Penso che il fattore tempo sia molto importante in questo settore, la Camera deve farsi trovare pronta a legiferare per gestire i rischi e le potenzialità di questa innovazione con piena consapevolezza”. Queste le parole di Lorenzo Fontana, presidente della Camera, in relazione agli argomenti trattati all’incontro. 

L’interesse diffuso verso l’IA parte dalla sua versatilità e dalle possibilità di farne uso sia negli affari pubblici che nella quotidianità.

Anche le massime personalità politiche italiane, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sono coinvolte dal potenziale che l’IA mette a disposizione. Quest’ultima ha tenuto una conferenza a Palazzo Chigi, col principio di base di “dialogare col mondo privato in un mondo in cui gli interessi pubblici e privati, entrambi legittimi, non sono sempre sovrapponibili e a volte sono in contrasto”.

Mattarella sull’IA: approccio “umanitario”

Il Presidente della Repubblica si rivolge all’Intelligenza Artificiale con un intento d’aiuto, dominato dalla cautela. 

Nel dicembre scorso Mattarella aveva espresso i suoi dubbi verso il nuovo mezzo espressivo, citando il romanzo dispotico per eccellenza, 1984. “Immaginiamo solo per un momento, applicando lo scenario descritto nel libro ‘1984’ di George Orwell, cosa avrebbe potuto significare una distorsione nell’uso di queste tecnologie al servizio di una dittatura del novecento. […] va considerato che la gestione delle tecnologie più avanzate è, nei fatti, patrimonio esclusivo di poche grandi multinazionali che, oltre a detenere una quantità imponente di dati personali – talvolta artatamente carpiti – possono condizionare i mercati”. 

Col passare del tempo sembra essersi avvicinato alla tecnica, ma non del tutto: la accoglie alla condizione che non sia “strumento di parte”. In un messaggio sul sito del Quirinale rivolto al Santo Padre Francesco, scrive: “siamo di fronte a uno snodo fondamentale. I rapidissimi progressi dell’intelligenza artificiale incidono sempre più profondamente sugli individui, sulle attività umane, sulla nostra interazione con l’altro e con l’ambiente. […] È quindi quantomai opportuno che nella Comunità internazionale si sviluppi un dibattito aperto e inclusivo che approfondisca il nostro rapporto con innovazioni tanto straordinarie e con le modalità necessarie a governarle”. 

Con una particolare attenzione alle nuove generazioni, e alla necessità di permettere loro di credere nel futuro e coltivare le loro passioni. Una tecnologia che serva il bene collettivo e non si fermi nel profitto: questo l’obiettivo dell’Italia, questo l’obiettivo del G7. 

(M.F.Z.)