In molte parti del mondo nel 2024 si terranno elezioni che potrebbero essere soggette a tentativi di diffusione di disinformazione.
In alcuni Paesi la disinformazione è una manipolazione che può minare la democrazia, e come avverte Joseph Borrell, alto rappresentante Ue, quest’anno “dobbiamo combattere un’industria che produce menzogne”.
La disinformazione, infatti, produce una frattura sociale e porta sfiducia verso le istituzioni.
Le preoccupazioni del WEF
Borrell ha anche riportato l’allarme lanciato dal World Economic Forum (WEF), il meeting annuale che ha avuto luogo a Davos, in Svizzera, che riunisce presidenti, ministri, bancari e alti funzionari per definire le politiche e lo sviluppo mondiale del futuro.
Inoltre, secondo l’ultimo studio del WEF, il Global Risks Report 2024, la disinformazione è al secondo posto per i rischi a breve termine ed è il primo rischio con cui la società mondiale deve confrontarsi nei prossimi due anni.
Il quadro si complica con i timori di uno sviluppo non regolato dell’Intelligenza Artificiale. “L’intelligenza artificiale sta compiendo una vera e propria rivoluzione nel modo in cui è possibile manipolare le informazioni: oggi è molto più economico produrre e molto difficile individuare le informazioni che sono completamente false”, ha sottolineato Borrell.
“La disinformazione indebolisce il tessuto sociale, avvelena le democrazie perché solo l’informazione rende possibile la democrazia: la democrazia è un sistema che funziona sulla base di buona informazione”, ha concluso il rappresentante Ue.
Articolo di T.S.