L’Intelligenza Artificiale (IA) e il deep learning aprono molteplici opportunità al settore giornalistico e editoriale.
La ricerca sul sistema IA è in continuo divenire, grazie soprattutto ai nuovi finanziamenti europei destinati alla creazione e al potenziamento di competenze, ricerca e programmi di sviluppo per l’applicazione dell’IA in numerosi ambiti lavorativi.
Anche l’Italia è entrata -dopo anni di ritardo- a pieno titolo nella corsa al progresso, attraverso il Programma Strategico per l’intelligenza Artificiale 2022-2024 che si pone l’obiettivo, nei prossimi tre anni, di accelerare il processo d’innovazione e le potenzialità dell’IA nel tessuto economico e sociale del nostro Paese.
L’Intelligenza Artificiale si proietta dunque nel futuro di molte aziende italiane e come ogni sviluppo tecnologico porterà con sé decisivi cambiamenti strutturali.
Il mestiere del giornalista tradizionale, al momento, non corre il rischio di soccombere alla nuova tecnologia, la quale però trova già applicazione per diversi scopi redazionali: produzione di articoli sportivi, di cronaca, per la segnalazione di terremoti o per la gestione dei grafici relativi all’emergenza Covid-19.
Se dovessimo definire correttamente l’Intelligenza Artificiale però, non potremmo farlo nei termini di una “nuova tecnologia”, bensì di una disciplina che coniuga il contributo di molte scienze e ciò che la rende così efficiente è la sua analogia con l’intelligenza umana.
Le capacità dell’IA sono infinite e ancora da esplorare, soprattutto nelle sue applicazioni nei diversi settori.
Per ciò che riguarda il settore editoriale, le attitudini più proficue risultano essere: l’apprendimento automatico e l’elaborazione di un linguaggio naturale, natural language generation, NLG.
Le testate giornalistiche possono, infatti, utilizzare l’IA per gestire una mole immensa di dati e rendere di fatto automatizzate tante attività legate alla produzione delle news.
Un software di IA può gestire la raccolta e la verifica dei dati, la produzione di grafici e tabelle, per poi passare alla pubblicazione, controllando automaticamente SEO e tag adeguati a ogni articolo.
È soprattutto la tecnologia NLG che può davvero segnare il futuro delle notizie.
Il NLG permette la creazione di testi a partire da un insieme di dati strutturati digitalmente.
L’algoritmo scrive e pubblica articoli senza l’intervento di un giornalista, oppure può collaborare con un redattore che supervisioni il processo e fornisca input per apportare modifiche all’elaborato.
Gli input corretti sono fondamentali per una buona riuscita del processo: l’efficienza di questi sistemi dipende dalla disponibilità e dalla qualità dei dati inseriti in essi.
Infatti, senza un input affidabile, accurato e preciso, è ancora impossibile ottenere un output affidabile, accurato e preciso.
È evidente che i sistemi di IA forniscano numerosi vantaggi alle aziende editrici, primo tra tutti: il risparmio di tempo dato dalla velocità nell’esecuzione delle procedure e nella gestione di grandi moli di dati.
L’Intelligenza Artificiale è già uno strumento a disposizione delle più importanti redazioni giornalistiche del mondo, sia per quanto riguarda la raccolta delle informazioni sia per la loro elaborazione e distribuzione.
L’idea prevalente nelle redazioni è quella di far gestire ai sistemi automatici compiti ripetitivi e dispendiosi in termini di tempo, consentendo ai giornalisti di concentrarsi sulla produzione di contenuti di valore più alto.
L’ Associated Press dispone di un software che trasforma i dati di ogni partita sportiva di basketball dell’NBA (National Basketball Association) in articoli senza alcun intervento umano.
La BBC, invece, ha introdotto da poco una voce robotica per leggere ad alta voce gli articoli pubblicati sul suo sito web, mentre l’agenzia Reuters ha lanciato un sistema video automatizzato per coprire le partite sportive.
Ma è sicuramente la Cina ad avere il primato nel progresso dell’IA nel mondo redazionale. Infatti, Xinhua, l’agenzia di stampa cinese, ha addirittura assunto il primo conduttore televisivo robotico nel mondo.
Sebbene l’Intelligenza Artificiale sia già ampiamente utilizzata nel settore dei media, esistono molte lacune legislative sul tema.
Quest’assenza di cornici giuridiche in cui collocare i nuovi sistemi tecnologici produce non poche incertezze. Prima fra tutte la paura di perdere posti di lavoro e l’identità giornalistica.
Il professor Giancarlo Elia Valori, nel suo ultimo libro “Intelligenza artificiale tra mito e realtà. Motore di sviluppo o pericolo imminente?” prova a delineare delle conclusioni incoraggianti per il settore, analizzando i problemi etici e morali della nuova tecnologia.
D’altronde, le principali sfide dell’integrazione delle tecnologie di IA nel giornalismo riguardano soprattutto il campo dell’etica.
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