La norma, già ribattezzata “salva Mediaset” contro la scalata di Vivendi, vuole proteggere le aziende italiane da possibili effetti distorsivi sul mercato dell’informazione.
La Sentenza della Corte di Giustizia europea C-719/18 dello scorso 3 settembre – che ha acclarato che «la disposizione italiana che impedisce a Vivendi di acquisire il 28% del capitale di Mediaset è contraria al diritto dell’Unione» – ha messo in discussione l’impianto della Legge 3 maggio 2004, n.112 (c.d. Legge Gasparri) che vieta, di fatto, ad aziende straniere l’acquisizione di quote societarie nel mercato italiano delle telecomunicazioni.
Considerato che l’Italia deve adeguarsi al dettato della Corte di Lussemburgo e che le tempistiche di una riforma parlamentare sarebbero troppo lunghe, era diventato indispensabile un intervento del Governo.
La mossa dell’esecutivo è stata quella di inserire nel Disegno di legge AS 1970 (c.d. Decreto Covid) una norma che protegga le aziende italiane da possibili scalate da parte di media stranieri.
Il testo della norma messa a punto per bloccare la scalata di Vivendi a Mediaset prevede appunto che:
«Nel caso in cui un soggetto operi contemporaneamente nei mercati delle comunicazioni elettroniche e nel sistema integrato delle comunicazioni (SIC), anche attraverso partecipazioni azionarie rilevanti, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni è tenuta ad avviare un’istruttoria, da concludersi entro il termine di sei mesi dalla data di avvio del procedimento, volta a verificare la sussistenza di effetti distorsivi o di posizioni comunque lesive del pluralismo, tenendo conto, fra l’altro, dei ricavi, delle barriere all’ingresso nonché del livello di concorrenza nei mercati coinvolti, ed adottare eventualmente i provvedimenti di cui all’articolo 43, comma 5 del decreto legislativo n. 177 del 2005 per inibire l’operazione o rimuoverne gli effetti».
Con l’emendamento presentato in Commissione Affari costituzionali del Senato dal relatore Valeria Valente (PD), vengono ampliati, quindi, i poteri dell’AGCOM, che avrà la facoltà di avviare un’istruttoria, da concludersi entro il termine di sei mesi dalla data di avvio del procedimento, volta a verificare la sussistenza di effetti distorsivi o di posizioni comunque lesive del pluralismo dell’informazione.
In commissione referente al Senato la Lega ha votato contro l’emendamento al DL Covid (FdI ha votato a favore, insieme alla maggioranza). Mentre in Aula si è astenuta.
Nel suo intervento in Assemblea di Palazzo Madama di ieri 11 novembre, Matteo Salvini ha così spiegato: «Anche per me Mediaset è una grande azienda italiana. Ma pongo un problema di merito: serve tutelare la concorrenza in un mercato come l’informazione, serve dare certezza nel settore. Ma va fatto con una riforma organica fatta in trasparenza. Gli emendamenti che arrivano alle 10.00 di sera non sono il modo migliore. Senza retro pensieri».
Poco più tardi, come previsto, è passato l’emendamento. In serata c’è stato il via libera al decreto Covid che ora passa all’esame della Camera per il voto definitivo.