Editoria

Country Report Italia: preoccupazione Ue per indipendenza media

Pubblicato il “Country Report”, la relazione annuale sullo stato di diritto della Commissione europea. Il documento valuta decisioni e azioni dei 27 Paesi Ue nei settori della giustizia, lotta alla corruzione, tutela della democrazia e del pluralismo.

Per l’Italia, la relazione arriva insieme a delle raccomandazioni, visto il preoccupante scenario riguardante l’indipendenza dei media, considerata sempre più a rischio. 

Infatti, la Commissione Ue si preoccupa per i giornalisti che “continuano ad affrontare diverse sfide nell’esercizio della loro professione”. Per questo, richiama il governo nel “proseguire l’iter legislativo sul progetto di riforma sulla diffamazione, la tutela del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, evitando ogni rischio di impatti negativi sulla libertà di stampa e garantendo che tenga conto delle norme Ue sulla tutela dei giornalisti”.

Professione pericolosa: a rischio la libertà di stampa

Ben 75 i “casi di aggressioni fisiche, minacce di morte e altre forme di intimidazione” da inizio anno. Questi i dati registrati dalla piattaforma Mapping Media Freedom per il settore giornalistico in Italia e i casi continuano a salire e a “sollevare preoccupazioni sulla sicurezza dei giornalisti in Italia”.

Bruxelles sottolinea che “sebbene esistano regole volte a garantire che forniscano informazioni indipendenti e pluralistiche, ci sono diverse sfide in relazione alla loro governance e al sistema di finanziamento”. 

In effetti, aggressioni fisiche e intimidazioni non sono le uniche forme di violenza che mettono a rischio la libertà di stampa e l’indipendenza dei media. Infatti, “i media di servizio pubblico svolgono un ruolo cruciale nel panorama dei media”, eppure le regolamentazioni esistenti non bastano per supportare il funzionamento di un’editoria indipendente e con risorse adeguate. 

Nonostante le norme mirate alla protezione dei giornalisti dalle minacce, la situazione della loro sicurezza e delle loro condizioni di lavoro e la crescente diffusione di cause strategiche contro la partecipazione pubblica (Slapp) rimangono un problema. “Non ci sono stati sviluppi importanti sulla proposta di riforma del regime di diffamazione a mezzo stampa, che pure desta preoccupazione”, sottolinea ancora la Commissione.

Una visione per raggiungere obiettivi futuri

Sulla questione è intervenuto anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante l’annuale Cerimonia del Ventaglio svoltasi al Quirinale. Mattarella ha ribadito il valore della democrazia, che “è, anzitutto, conoscenza. Alla libertà di opinione si affianca la libertà di informazione, cioè di critica, di illustrazione di fatti e di realtà. Si affianca, in democrazia, anche il diritto a essere informati, in maniera corretta. Informazione, cioè, come anticorpo contro le adulterazioni della realtà. Operare contro le adulterazioni della realtà costituisce una responsabilità, e un dovere, affidati anzitutto ai giornalisti”.

A sostegno dunque di una miglioramento degli standard italiani, ricorda le responsabilità nazionali e europee. “È responsabilità della Repubblica e dell’Unione Europea che i valori del pluralismo si affermino anche nei nuovi ambiti e si creino le condizioni per accompagnare la transizione in atto”.

“In sintesi: promozione del pluralismo e della indipendenza dei media in tutta l’Unione, con protezione dei giornalisti e delle loro fonti da ingerenze politiche; pubblicità sui fondi statali destinati a media o a piattaforme; garanzia del diritto dei cittadini alla gratuità e pubblicità delle informazioni; indipendenza editoriale dei media pubblici; protezione della libertà dei media dalle grandi piattaforme; istituzione di un nuovo Comitato europeo per i servizi di media per promuovere un’applicazione coerente di queste norme”, ha concluso poi il Presidente.

Articolo di T.S.

uspi

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