“Nessuna trasformazione digitale può essere fatta senza un forte investimento sulle competenze”. Da questo punto fondamentale si muove il lavoro del ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao.
La trasformazione digitale deve partire dal capitale umano e il ministro Colao lo ha spiegato in audizione alla Commissione Bilancio, partendo dai dati emersi dall’ultimo indice DESI, secondo i quali l’aspetto delle competenze è quello in cui il nostro Paese arranca di più.
“I dati fanno riflettere, abbiamo un ritardo da colmare. Siamo migliorati rispetto al passato ma siamo sempre al 25° posto”, ha spiegato.
I prossimi passi italiani
C’è molto lavoro da fare la digitalizzazione del Paese, ma abbiamo gli strumenti e le capacità per farlo. Per Colao “sono importanti i tavoli di lavoro, e in questo l’ANCI ci è stata molto d’aiuto”, spiega riferendosi al lavoro che si sta svolgendo direttamente con i Comuni. “Standardizzare e velocizzare” costituiscono la base su cui iniziare a costruire.
Intanto è partita la consultazione pubblica per il 5G (che proseguirà fino al 15 dicembre). I temi sono principalmente quelli della realizzazione delle infrastrutture di rete per lo sviluppo e la diffusione della tecnologia. Si tratta del primo Piano di investimenti pubblici, con un finanziamento di 2,02 miliardi di euro, a sostegno dello sviluppo del mercato mobile in Italia.
L’obiettivo è “incentivare la diffusione sull’intero territorio nazionale di reti mobili 5G in grado di assicurare un significativo salto di qualità della connettività radiomobile mediante rilegamenti in fibra ottica delle stazioni radio base (SRB) e la densificazione delle infrastrutture di rete”.