Nella giornata di mercoledì 20 aprile 2022, il Segretario Generale USPI, Francesco Saverio Vetere, è stato ascoltato dalla Commissione speciale per la riforma dell’Ordine dei Giornalisti.
L’audizione si è tenuta presso la sede dell’Ordine dei Giornalisti in via Sommacampagna a Roma. Molti i temi trattati durante la lunga chiacchierata con alcuni dei membri del Consiglio nazionale. Dai contratti per il lavoro giornalistico, alle nuove figure professionali del settore.
La prima domanda posta al Segretario Generale verteva proprio su questo: futuro della professione alla luce del nuovo contratto e delle nuove professioni.
Il contratto per il lavoro giornalistico
“Sin dall’inizio gli strumenti a disposizione degli editori erano stati pensati per i grandi. L’organizzazione e i costi non si adattavano al settore della piccola e media editoria. Ma bisogna fare una distinzione in questa categoria: c’è l’editoria locale e l’editoria verticale, di nicchia. Due settori che non avevano nessuna possibilità di creare lavoro giornalistico con un contratto, perché l’unico che c’era non era utilizzabile dalle piccole realtà. Il contratto unico di principio è anche giusto, ma non tutte le aziende sono uguali, non tutte hanno le stesse potenzialità”, ha spiegato Vetere.
Da qui l’idea di un CCNL che potesse adattarsi meglio alle loro esigenze. “Nel 2010 l’accordo USPI-FNSI è stato un inizio. Abbiamo iniziato a vedere la possibilità di una costruzione di un contratto alternativo. Con il tempo questa sensibilità è cresciuta, nel 2016 è stato rinnovato l’accordo specificando che erano compresi anche gli online. Nel 2018 abbiamo firmato il primo contratto, con un ambito di applicazione che non doveva toccare le testate FIEG. Il contratto ha avuto subito un certo successo: 660 nuovi contratti in un anno, 90 le aziende interessate”.
Dopo la disdetta, “l’USPI doveva continuare ad assicurare un contratto adatto alla categoria, da qui la stipula, con CISAL, del contratto per la stampa periodica locale e on line e nazionale no profit e la comunicazione”.
Le nuove professioni
“Abbiamo individuato nuove figure online giornalistiche perché il mondo online è cresciuto sensibilmente. C’è stata, e c’è ancora, una grande trasmigrazione dal cartaceo all’online. Questa trasformazione ha investito il settore dell’informazione e quindi l’attenzione sul mondo online deve essere maggiore”.
La professione giornalistica
L’ordine dei giornalisti sta cercando di definire la professione giornalistica. Una questione estremamente complessa che probabilmente non prevede una risposta univoca. “È stata la giurisprudenza a dire cos’è la professione giornalisti”, spiega Vetere. Ma l’OdG, probabilmente, non ci si ritrova più. “Adesso l’Ordine ha la responsabilità di formare i giornalisti per i nuovi mezzi. Su questo bisogna concentrarsi, formazione e nuovi mezzi. Le strutture normative che hanno regolamentato il settore per quasi 60 anni sono superate dallo sviluppo tecnologico. L’impianto normativo è vecchio”.
In conclusione, per il Segretario Generale USPI, “ognuno deve svolgere il proprio compito di sensibilizzazione per la propria categoria (giornalismo, editoria ecc), all’interno di un perimetro di norme. Il sistema normativo è utile per non far sparpagliare i soggetti del settore, in balia degli Over The Top”.