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Antitrust, Ue avvia indagine su accordo segreto Google-FB per la pubblicità

‘Jedi Blue’ questo il nome in codice dell’accordo tra Google e Meta (Facebook) per i servizi di pubblicità display, che l’Antitrust Ue sta valutando con l’apertura di un’indagine formale.

Il motivo? La stipula dell’accordo potrebbe aver violato le regole di concorrenza europee a danno di editori e inserzionisti. Per questo l’Antitrust Ue svolgerà la sua indagine approfondita in via prioritaria. “Le pratiche oggetto dell’indagine possono violare le regole Ue in materia di accordi anticoncorrenziali tra società e/o di abuso di posizione dominante”, precisa Bruxelles in una nota.

L’intesa in questione era stata sottoscritta dalle due aziende nel 2018. “Attraverso il cosiddetto accordo ‘Jedi Blue’ tra Google e Meta, una tecnologia concorrente all’Open Bidding di Google potrebbe essere stata presa di mira con l’obiettivo di indebolirla ed escluderla dal mercato per la visualizzazione di annunci sui siti web e sulle app di editori” che “si affidano alla pubblicità display online per finanziare i contenuti online per i consumatori”, spiega la vicepresidente Ue responsabile per la concorrenza, Margrethe Vestager. Se le accuse risultassero fondate l’intesa limiterebbe e distorcerebbe la concorrenza nel mercato già concentrato della tecnologia pubblicitaria, a scapito delle tecnologie di pubblicazione degli annunci rivali, degli editori e, in definitiva, dei consumatori”, ha spiegato Vestager.

‘Jedi Blue’ già sotto la lente dell’Antitrust UK

Qualche tempo fa anche la Competition and Markets Authority -CMA- (‘antitrust del Regno Unito) aveva avviato un’indagine approfondita per capire se ci fossero violazioni nella concorrenza. Adesso la stessa CMA si dice pronta a “lavorare in stretto coordinamento con tutti i regolatori globali per il miglior risultato possibile”.

Anche l’Antitrust Ue intende “collaborare strettamente all’indagine” britannica “seguendo le norme e le procedure applicabili”.

Google smentisce ogni accusa

“Si tratta di un accordo documentato pubblicamente e a favore della competizione, che consente a Facebook Audience Network (Fan) di partecipare al nostro programma Open Bidding, insieme a decine di altre società”, sottolinea il portavoce dell’azienda di Moutain View, indicando che l’obiettivo è “aumentare la domanda di spazi pubblicitari degli editori, così da aiutare gli editori ad aumentare i ricavi“.

Quindi, chiarisce poi, “le accuse” mosse dalle autorità antitrust di Ue e Regno Unito “sono false”.

“Il coinvolgimento di Fan non è esclusivo e non riguarda vantaggi che possano aiutare a vincere le aste”, precisa il portavoce. Open Bidding si prefigge di “collaborare con una gamma di reti pubblicitarie e di exchange per aumentare la domanda di spazi pubblicitari degli editori”, aiutandoli ad aumentare i ricavi, e “la partecipazione di Facebook serve a questo”.

Irene Vitale

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