“L’intelligenza artificiale è un motore della digitalizzazione ed un elemento rivoluzionario sul piano della concorrenza digitale mondiale”. Con queste parole, Alex Voss, l’eurodeputato spiega l’importanza di avere a livello Ue un regolamento in materia di intelligenza artificiale.
Voss, in quest’ottica, ha presentato il suo parere sull’AI Act (Artificial Intelligence Act) alla commissione Affari giuridici del Parlamento europeo. “In commissione siamo d’accordo sul fatto che occorre stabilire un equilibrio, regolamentando quanto necessario senza tuttavia impedire l’innovazione”, ha spiegato.
I punti in discussione
Il relatore dell’AI Act non ha nascosto “i diversi problemi” ancora da discutere. Queste difficoltà riguardano due aspetti. Il primo riguarda la necessità di armonizzare il “gran numero di testi giuridici sul digitale” per garantire uniformità tra le diverse norme. In particolare, occorre studiare l’interazione tra il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) e quello sull’IA.
L’altro punto su cui ancora si deve discutere, riguarda, invece, le forme di controllo. Per Voss, potrebbe essere utile creare una “nuova agenzia europea” o in alternativa, “il rafforzamento delle strutture preesistenti”.
“Questo settore non dovrebbe riguardare solo l’intelligenza artificiale, ma anche i mercati digitali ed i relativi diritti fondamentali”, ha proseguito.
Per quanto riguarda i sistemi di IA ad alto rischio, è necessario, osserva l’eurodeputato, “guardare ai casi di utilizzo”. Ovvero, analizzare se si tratta di un caso di applicazione critica per l’individuo o per “l’ambiente dell’applicazione”.
“Se ricorrono entrambe le condizioni siamo in presenza di un sistema ad alto rischio”.