Che si chiama “generativa” per un qualche motivo
Poche righe su un aspetto poco conosciuto di quella che viene definita l’Intelligenza Artificiale generativa.
In sintesi, l’Intelligenza Artificiale generativa rappresenta un modo di ragionare, una forma di pensiero di origine non umana, ma determinata da schemi logici predisposti a monte.
Cosa succede? Succede che l’IA ragiona su ciò che apprende costantemente dall’esame di una sterminata mole di documenti. Letti tutti questi, estrapola una propria argomentazione su un tema.
Qualche tempo fa, stavo discutendo con amici sul modo di riconoscere le tracce del passaggio di un essere umano o di un animale in un prato coperto di neve. Per delineare i criteri di riconoscimento, mi sono ricordato dell’episodio de “Il nome della rosa” di Umberto Eco, in cui Guglielmo da Baskerville riconosce le tracce di un cavallo. Poi mi sono ricordato dell’episodio del romanzo “Zadig” di Voltaire nel quale il protagonista riconosce il passaggio di una cavallo e di una cagnetta dalle tracce che lasciavano.
Non mi risulta, al momento, che gli eredi di Umberto Eco mi abbiano chiesto i diritti d’autore per l’utilizzo della stessa argomentazione di Guglielmo da Baskerville (i diritti d’autore di Voltaire sono scaduti da un po’, tranquilli).
Quindi è praticamente la stessa cosa per l’intelligenza umana e per l’IA: si ragiona sulla base di ciò che si è appreso.
Questo passaggio, che connota anche la distinzione tra IA e motore di ricerca, ho l’impressione che non sia ben chiaro a tutti.
Ps. Non cominciamo con l’obiezione che i dati a fondamento dei ragionamenti dell’IA generativi possono essere fallati, erronei, anche gravemente, perche questa considerazione potrebbe riguardare anche me (rischiando di offendermi).
Last but not least… l’IA generativa ha un pregio che non tutti gli esseri umani hanno: parla solo quando viene interpellata.
Resta inteso che dell’utilizzo economico faremo cenno in un altro articolo.