Un dato consolatorio rilevato dall’Organismo permanente di supporto al Centro di coordinamento sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti.
Nel primo semestre del 2022 sono state infatti registrate 84 aggressioni rispetto alle 162 dell’anno precedente.
Un calo drastico che sembra rallentare la crescita registrata nel passaggio dal 2020 al 2021 in cui le minacce avevano registrato un +14%.
Degli aggrediti 74 sono professionisti dell’informazione, di cui 21 donne e 53 uomini, e 10 sono redazioni giornalistiche.
Tali episodi hanno interessato 16 Regioni italiane, in particolare Lazio, Lombardia, Campania, Calabria e Toscana, in cui sono avvenuti il 68% degli eventi.
Per quanto riguarda le aree metropolitane, Roma presenta la percentuale maggiore, con 16 episodi rilevati. Seguono Milano, Napoli, Bari e Bologna.
I contesti e i canali
La maggior parte degli episodi sono riconducibili a contesti politico sociali (55%), l’11% alla criminalità organizzata e il 34% ad altri contesti.
Il 29% degli eventi è avvenuto sui canali social, in particolare Facebook e Instagram.
Sono però registrate importanti percentuali anche su intimidazioni verbali (16%), aggressioni fisiche (15%), scritte ingiuriose o minacciose (12%), danneggiamenti (7%), invio di oggetti o proiettili (5%) e missive minatorie (5%).
Rilevante che i casi di intimidazione legati alle campagne informative sulla pandemia da Covid-19 nel 2022 siano scesi a 18, rispetto ai 53 del 2021.
Articolo di L.L.