Partiamo dalla documentazione richiesta:
- Compilazione del modulo predisposto (che si allega);
- Estratto autentico notarile in bollo del verbale dell’organo che ha la straordinaria amministrazione (se un’associazione non ha libri verbali vidimato dal notaio serve la copia conforme notarile ad originale esibito e restituito, sempre in bollo);
- Due marche da bollo da euro 16;
- Fotocopia dei documenti di identità del Legale rappresentante e nuovo Direttore responsabile;
- Fotocopia completa del tesserino del Direttore responsabile;
- Una delega a chi deposita la pratica.
Dovremmo informarci sulla procedura negli altri Tribunali, anche perché ognuno esegue le disposizioni di legge come meglio crede, non essendoci mai stata uniformità nell’applicazione della Legge n. 47/1948 e delle successive modificazioni.
La situazione diventa ancora più complicata in caso di modifica del giornale da cartaceo a online, perché in questo caso non è possibile il cambiamento neanche con le procedure bizantine appena descritte, ma bisogna cancellare la registrazione del cartaceo e fare una nuova registrazione del giornale online, perdendo quindi la storicità del giornale, chissà mai perché.
Si aggiunga che l’art. 16 della Legge n. 62/2001 ha previsto che i soggetti tenuti all’iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazioni (ROC) siano dispensati dalla registrazione in Tribunale e che la Legge n. 103/2012 ha dispensato i giornali online con un fatturato inferiore a 100.000 euro dall’obbligo di registrazione presso il Tribunale.
Uno dice: perché?
Perché viene creata una procedura così contorta in un settore in cui la norma che si intende applicare è così facilmente aggirabile? Quale risultato si ottiene, in questo modo? I tantissimi editori online che in questi anni hanno sentito il bisogno di darsi una veste formalmente impeccabile si sono trovati a confrontarsi con queste mostruosità giuridiche sia nel caso dei giornali nuovi che nascevano su internet sia nel caso di trasformazione di un cartaceo in online.
Così il settore si sposta verso forme diverse di produzione di informazione e rinuncia a stare nell’editoria tradizionale. Come possiamo dar loro torto?