Il ministro Colao preme sull’acceleratore. L’accesso a internet, per tutti e con una rete super-veloce, deve essere un obiettivo italiano a stretto giro.
L’Ue ha degli obiettivi di digitalizzazione a 10 anni, “noi vogliamo essere più ambiziosi e mettiamo obiettivi a 5 anni: al 2026 vogliamo che il 70% della popolazione usi l’identità digitale e sia digitalmente abile, portare il 75% delle Pa italiane a usare servizi Cloud, raggiungere almeno 80% dei servizi pubblici erogati online e 100% famiglie e imprese raggiunte dalla banda ultra larga”. Così il ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale durante la sua audizione alla Camera.
Il cambiamento, anche quello digitale, deve essere “radicale, pervasivo e di lungo periodo”, c’è un’urgenza impellente, venuta a galla con la pandemia: risolvere il profondo gap del digital divide.
La strategia digitale “deve aiutarci a cogliere le opportunità della crisi attuale. Ha davanti a sé tre grandi incognite. Quella del ritardo, quella dell’inclusione e quella delle competenze. Alla prima porremo rimedio con gli interventi infrastrutturali. Sulla seconda interverremo insistendo sulla digitalizzazione come condizione abilitante della cittadinanza. Affronteremo la terza incognita creando e incentivano idee e conoscenze, nel medio periodo con investimenti di persone e, nel breve, sostenendo le amministrazioni nella migrazione” spiega Colao. “La tecnologia digitale è la nostra occasione per riportare il nostro Paese tra i leader europei. Attraverso l’applicazione del PNRR abbiamo l’opportunità di partecipare tutti attivamente al lavoro dei 5 importantissimi anni davanti a noi”.
Per partire con la realizzazione di questi progetti, occorre però attendere il via libera per i 900 milioni del Recovery: “Attendiamo l’approvazione, da parte della Commissione europea, delle misure relative alla fase 2 dei cosiddetti ‘voucher’ a supporto dell’accesso alla rete di famiglie e imprese. Appena ottenuta, avremo circa 900 milioni di euro a disposizione di imprese e cittadini”.
Inoltre, il ministero per l’Innovazione sta lavorando insieme al Mise a un Piano per l’identificazione e la copertura delle aree grigie: “Faremo rapidamente la mappatura e le consultazioni. Non appena pronto porteremo il Piano al Comitato interministeriale per la transizione digitale. Miriamo alla copertura dell’intero territorio con connessioni ad altissima velocità, senza lasciare indietro nessuno, con un approccio agnostico teso a dare accesso a tutti con tutte le tecnologie utili per poterlo fare: fibra a casa, fixed wireless, 5G. Per raggiungere tutti incluse le scuole, gli ospedali, gli uffici pubblici e tutte le 18 isole minori entro il 2026” aggiunge il ministro.
Per il processo di mappatura “pensiamo di partire a maggio, durerà 30-45 giorni e daremo visibilità a quello che stiamo facendo”, dice spiegando la tempistica.