L’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) lancia un avvertimento importante per quanto riguarda l’assenza di un accordo internazionale sulla Web Tax.
Le trattative per tassare globalmente i giganti digitali sembrano essere andate a rilento a causa di divergenze politiche e anche per l’emergenza sanitaria mondiale.
Secondo l’organismo, l’assenza di una soluzione basata su un consenso “potrebbe portare ad un moltiplicarsi delle tasse sui servizi digitali e un aumento della frequenza delle controversie commerciali e fiscali”. Poi l’Ocse prosegue: “nel peggiore scenario una guerra commerciale mondiale suscitata dall’adozione di tasse unilaterali sui servizi digitali, potrebbe tagliare il Pil mondiale di oltre l’1% annuo“.
In un rapporto di aggiornamento delle attività, in ogni caso, l’Ocse parla anche di “vedute convergenti” sui punti chiave di questo percorso. “Sono state identificati gli aspetti tecnici e politici su cui permangono divergenze da chiudere e i prossimi passi sul processo negoziale multilaterale”, si legge nel rapporto.
Il Segretario generale Ocse, Miguel Angel Gurria, avverte: “È chiaro che nuove regole sono necessarie con urgenza per garantire l’equità e la giustizia dei nostri sistemi fiscali e adattare l’architettura fiscale internazionale dinanzi all’emergere di nuovi modelli di business e alla trasformazione di quelli più vecchi. In assenza di soluzione mondiale fondata sul consenso, il rischio di nuove misure unilaterali e non coordinate è reale e aumenta di giorno in giorno“.
Il rischio riguarda, quindi, l’assenza di una intesa comune sulla tassazione degli OTT. Se dovessero nascere accordi di tassazioni nazionali differenziate, si potrebbero creare di conseguenza misure di rappresaglia in altri Paesi.