Commissione Ue: “proteggere la libertà dei media e il pluralismo”

“Tutti gli Stati membri dispongono di quadri giuridici per proteggere la libertà dei media e il pluralismo e i cittadini dell’Unione godono in larga misura di elevati standard di libertà e pluralismo”. Questa la prima analisi contenuta nel nuovo documento prodotto dalla Commissione europea (“Relazione sullo stato di diritto 2020 – La situazione dello Stato di diritto nell’Unione europea“) che, tornando a parlare di diritto, tratta anche l’argomento dal punto di vista della libertà di espressione, della libertà dei media, del pluralismo e del diritto di accesso all’informazione.

Gli sviluppi causati dalla pandemia COVID-19 hanno inoltre confermato il ruolo chiave dei mezzi di comunicazione liberi e pluralistici e il servizio essenziale che forniscono alla società, con informazioni verificate, contribuendo in tal modo alla lotta contro la disinformazione.

La Commissione riconosce la difficile situazione economica del settore, causata dalla pandemia, che ha drammaticamente ridotto le entrate pubblicitarie, nonostante l’aumento del pubblico: “La situazione è particolarmente difficile per gli attori più piccoli e i mezzi di comunicazione locali e regionali. Di conseguenza, la forza e la diversità del settore dei media nell’ambito del rischio dell’Unione europea sono indeboliti”.

Questo primo monitoraggio sullo stato di diritto si concentra su alcuni elementi fondamentali, come appunto la libertà dei media e il pluralismo, con particolare riferimento allo stato di diritto, quali l’indipendenza delle autorità di regolamentazione dei media, la trasparenza della proprietà dei media, la pubblicità statale, la sicurezza dei giornalisti e l’accesso alle informazioni. 

IL MONITOR DEL PLURALISMO MEDIA
“Il monitor del pluralismo dei media valuta i rischi per la libertà dei media e il pluralismo in tutti gli Stati membri dell’UE, concentrandosi su quattro settori: protezione fondamentale della libertà dei media, pluralità del mercato, indipendenza politica e inclusione sociale dei media. Gli ultimi risultati del monitoraggio (MPM 2020) evidenziano in particolare che giornalisti e altri attori mediatici continuano ad affrontare minacce e attacchi (sia fisici che online) in diversi Stati membri controllati. I risultati dimostrano inoltre che non tutti i regolatori dei media possono essere considerati privi di influenza, sia a causa della nomina dei loro consigli e dell’applicazione delle loro competenze. Secondo la relazione, la trasparenza della proprietà dei mezzi di comunicazione presenta in media un rischio medio in tutti gli Stati membri, a causa della mancanza di efficacia delle disposizioni giuridiche e/o del fatto che le informazioni sono fornite solo agli enti pubblici, ma non al pubblico”. Inoltre, i risultati ottenuti sottolineano che le organizzazioni di stampa continuano a essere “vulnerabili all’interferenza politica, soprattutto quando le condizioni economiche per le organizzazioni di stampa sono instabili”.

INDIPENDENZA DELLE AUTORITÀ DEI MEDIA
Le autorità dei media sono attori chiave per l’applicazione del pluralismo dei media. “L’indipendenza e la competenza delle autorità dei media sono stabiliti per legge in tutti gli Stati membri”, anche se nella relazione vengono sollevate alcune preoccupazioni nei riguardi di alcune autorità nazionali dei media.

TRASPARENZA DELLA PROPRIETÀ DEI MEDIA
La trasparenza della proprietà dei mezzi di comunicazione costituisce un presupposto essenziale per ogni analisi affidabile sulla pluralità di un dato mercato dei mezzi di comunicazione. Dalla relazione emerge che solo alcuni stati membri hanno sviluppato sistemi per garantire la trasparenza della proprietà dei media, mentre in altri vi sono ostacoli a una effettiva divulgazione pubblica della proprietà, o non esiste un sistema di comunicazione efficace. 

DISTRIBUZIONE DELLA PUBBLICITÀ STATALE
“La pubblicità statale può costituire un importante fonte di sostegno ai media. Il sostegno finanziario dello Stato può essere cruciale, soprattutto per i mezzi di comunicazione non profit, i mezzi comunitari e altre forme di giornalismo meno commerciali, in particolare in tempi di crisi economica, norme trasparenti e criteri eque riducono il rischio di favoritismo”. 
Nella relazione, la Commissione incoraggia gli Stati membri e tutti gli attori dell’UE a sostenere i mezzi di comunicazione assicurando al contempo il rispetto della loro indipendenza, della libertà dei media e del pluralismo

DIRITTO DI ACCESSO ALL’INFORMAZIONE
Il diritto di accesso all’informazione è un presupposto fondamentale per il dibattito democratico e il controllo delle istituzioni pubbliche, di importanza fondamentale per i mezzi di comunicazione, ma anche più generale per il rispetto dello Stato di diritto. Questo diritto è garantito dalla Costituzione o dalla legislazione secondaria in tutti gli Stati membri, ma in alcuni Paesi sono presenti ostacoli o ritardi nel fornire le informazioni. 

L’Italia non si posiziona benissimo in questa nuova analisi della Commissione: troppi condizionamenti, soprattutto nell’audiovisivo e uno scarso livello di autonomia politica nell’editoria “a causa della mancanza di efficacia delle disposizioni relative alla prevenzione dei conflitti di interesse”, dovuti da “relazioni indirette tra gli interessi degli editori e il governo, a livello nazionale e locale”.