La direttiva europea 2019/790 sul diritto d’autore, approvata ad aprile, in vigore da giugno e per ora recepita soltanto in Francia, è motivo di numerosi diverbi tra gli editori ed i colossi del web.
Proprio nel giorno dell’entrata in vigore della Direttiva nello Stato francese, è subito guerra tra gli editori d’Oltralpe, riuniti nell’Alliance de la presse d’information générale –di cui fanno parte oltre 300 giornali–, e Google che rifiuta di sottostare alla legge e pagare per i contenuti diffusi. Infatti, la direttiva Ue impone alle piattaforme digitali (Google in primis) di pagare dei diritti agli editori per la diffusione degli snippet dei loro articoli, le anteprime con foto e poche righe di sommario.
La Direttiva rimanda agli editori il diritto di negoziare con le piattaforme una remunerazione adeguata, per tutelare l’informazione di qualità, di cui Google beneficia tramite gli introiti pubblicitari online che ottiene grazie a contenuti prodotti da altri.
Il colosso americano, di contro, sostiene che gli editori guadagnino online sostanzialmente grazie a Google, che garantisce milioni di lettori in più, quindi maggiore pubblicità e maggiori abbonamenti.
Visto il netto rifiuto di Google -“Rifiutiamo il principio di una remunerazione dei contenuti”-, gli editori sono passati all’azione, proprio nella giornata in cui entrava ufficialmente in vigore la normativa nello Stato d’Oltralpe, denunciando Google -che detiene una quota di mercato nelle ricerche che supera il 90%- all’Autorità antitrust con l’accusa di abuso di posizione dominante.
“Presentiamo un reclamo all’Autorità garante della concorrenza perché sia riconosciuto che Google abusa della sua posizione dominante per costringere gli editori. L’Autorité de la concurrence deve porre fine a questo abuso. È necessario prendere misure precauzionali per muoversi rapidamente, perché si deve fermare tutto prima che la situazione diventi irreversibile” ha dichiarato il vicepresidente Marc Feuillée, Direttore Generale del gruppo Le Figaro.
Google, dal canto suo, aveva già comunicato da qualche settimana che avrebbe utilizzato, nei risultati delle ricerche e in Google News, soltanto i titoli (cosa consentita dalla Direttiva), niente estratti né foto a meno che l’editore non ne concedesse l’utilizzo gratuitamente rinunciando quindi a far valere il proprio diritto dal punto di vista economico.
Dato che alcune testate, tra le quali Le Monde, hanno concesso l’utilizzo gratuito di estratti e foto, temporaneamente, per evitare la diminuzione drastica del traffico, L’Alliance, la Fédération Nationale de la Presse d’Information Spécialisée e il Syndicat des Editeurs de la Presse Magazine hanno tenuto a sottolineare che anche se gli editori dovessero decidere di continuare a mostrare immagini e brevi estratti, ciò non costituisce una rinuncia all’esercizio del loro diritto e al principio di un’equa remunerazione.
Le due associazioni europee degli editori della carta stampata, l’Emma (per i magazine) e l’Enpa (per i quotidiani), sono immediatamente intervenute chiedendo all’Ue di assumere un “ruolo proattivo al fine di porre fine agli squilibri competitivi subiti dagli editori di stampa in tutta Europa di fronte alle piattaforme dominanti”.
Il presidente dell’Enpa, Carlo Perrone, ha tuonato: “Prenderemo in considerazione possibili misure formali e legali per fermare questo uso improprio della posizione dominante sul mercato di Google”. “Il rifiuto di Google di pagare per l’uso di contenuti editoriali va contro le intenzioni delle leggi europee e francesi e rappresenta una sfida alla sovranità europea e nazionale”, gli ha fatto eco Xavier Bouckaert, presidente di Emma.
Gli editori francesi si sono rivolti anche al Governo ed Emmanuel Macron ha immediatamente commentato che “non starà a guardare”.
La situazione rimane tesa e la soluzione che verrà trovata farà senza dubbio da apripista e contribuirà a sancire il futuro dell’editoria online.