Bruxelles si prepara a nuove indagini antitrust su Google, Apple e Amazon: ora nel mirino ci sono gli assistenti vocali.
L’Unione Europea non arretra di un passo nella lotta contro lo strapotere delle Big Tech. Dopo l’approvazione del Digital Service Act (DSA) e la chiara presa di posizione sulla necessità di regolamentare il metaverso, la vice presidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager, concentra l’attenzione sul mercato degli assistenti vocali.
“Il settore dell’IoT (Internet of Things) sta diventando sempre più parte della nostra vita quotidiana. I risultati finali della nostra indagine confermano le preoccupazioni individuate nella relazione preliminare. Questo è un mercato con elevate barriere all’ingresso, pochi attori integrati verticalmente e criticità sull’accesso ai dati, l’interoperabilità o le pratiche esclusive” ha dichiarato Vestager.
Il nodo è come sempre connesso alle “pratiche esclusive” delle grandi aziende tecnologiche. La Commissione europea ha pubblicato la relazione finale dell’indagine avviata a luglio 2020 sulla concorrenza nel settore dei dispositivi IoT, il documento tiene conto anche della consultazione pubblica avviata a giugno 2021 sulla relazione preliminare.
L’analisi è stata condotta su un campione di oltre 200 aziende del settore degli assistenti vocali attive in Europa, Asia e Usa. I risultati hanno innanzitutto evidenziato una crescente diffusione dei dispositivi IoT e degli assistenti vocali che consentono di interagire con altri prodotti. In questo senso, proprio gli assistenti vocali di Amazon, Apple e Google rappresenterebbero un ostacolo all’ingresso nel settore da parte delle altre aziende.
I big del settore attuerebbero pratiche di esclusività e vendite vincolate, oltre ad impedire l’uso di assistenti vocali diversi sullo stesso dispositivo. L’accesso a grandi quantità di dati consentirebbe inoltre ad Amazon, Apple e Google di rafforzare la loro posizione di mercato.
La concorrenza verrebbe infine ostacolata dalla mancanza di interoperabilità, a causa dell’uso di tecnologie proprietarie. I fornitori di assistenti vocali potrebbero anche limitare le funzionalità dei dispositivi di terze parti.
Bruxelles spera che l’analisi dia un segnale ai mercati, stimolando le aziende “ad affrontare in modo proattivo queste preoccupazioni”. Anche per questo “la Commissione prende atto della recente revisione da parte di Amazon di alcune delle condizioni applicabili ai suoi servizi di riordino automatico e intelligente dei prodotti”.
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Articolo di I.M.
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