Dalla Camera dei Deputati è arrivata una doppia approvazione nell’arco di due giorni: “Legge di delegazione europea 2019-2020” e “Legge europea 2019-2020”.
Mercoledì 31 marzo, è stato approvato, con modifiche, il disegno di legge “Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2019-2020“.
Giovedì 1° aprile, invece, sempre dalla Camera dei Deputati è arrivata l’approvazione del disegno di legge “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2019-2020”.
I due testi saranno ora trasmessi al Senato.
Il 31 marzo scorso, prima della chiusura per le festività pasquali, l’Assemblea della Camera dei deputati ha concluso l’esame del disegno di legge di delegazione europea 2019-2020 (AC. 2757), apportando una modifica al testo già approvato in prima lettura al Senato.
L’iter in parlamento
Nel corso dell’esame in prima lettura al Senato erano state apportate diverse modifiche, inclusa quella del Titolo della legge, modificato in “Delegazione europea 2019-2020“, al fine di inserirvi il riferimento all’anno in corso; erano inoltre stati inseriti nove nuovi articoli, dal 21 al 29, modificati numerosi articoli e inserite nell’Allegato A sei direttive.
L’Assemblea della Camera dei deputati ha iniziato l’esame del provvedimento il 25 gennaio 2021 e lo ha concluso il 31 marzo, apportando un’unica modifica all’Allegato A, volta a prevedere il recepimento della direttiva (UE) 2016/343 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016 sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali.
Il testo ora torna in seconda lettura al Senato dove era stato già approvato (in prima lettura) il 29 ottobre 2020. Il provvedimento era stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 23 gennaio 2020.
Dopo le modifiche apportate dalla Camera dei Deputati, il testo di compone di 29 articoli e un allegato A nel quale sono indicate 39 direttive europee.
Si tratta di norme destinate a integrare l’ordinamento nazionale o a disciplinare ex novo aspetti della vita economica, sociale e sanitaria dei cittadini italiani in ambiti molto diversi: dai servizi di media audiovisivi al codice delle comunicazioni elettroniche, dalle politiche in materia di equilibrio tra attività professionale e vita familiare alla riduzione dell’utilizzo della plastica, dalla promozione di veicoli puliti e a basso consumo alle norme per l’esercizio del diritto d’autore, dal regime delle accise all’imposta sul valore aggiunto
L’articolo 9, in particolare, contiene principi e i criteri direttivi per l’attuazione della direttiva (UE) 2019/790, a tutela del diritto d’autore e diritti connessi nel mercato unico digitale, tra i quali:
– l’obbligo di disciplinare le eccezioni o le limitazioni ai fini dell’estrazione di testo e dati, garantendo adeguati livelli di sicurezza delle reti e delle banche dati, nonché definire l’accesso legale ed i requisiti dei soggetti coinvolti;
– prevedere che nel caso di utilizzo online delle pubblicazioni di carattere giornalistico da parte del prestatore di servizio della società di informazione trovino adeguata tutela i diritti degli editori, tenendo altresì in debita considerazione i diritti degli autori di tali pubblicazioni;
– stabilire, poi, modalità e criteri, anche variabili in base ai diversi settori e al genere di opera, per l’esercizio da parte di un autore o di un artista del diritto di revoca totale o parziale della concessione in licenza o del trasferimento in esclusiva dei propri diritti per un’opera o altri materiali protetti;
– definire, poi, un profilo di responsabilità in capo ai prestatori di servizio di condivisione online di contenuti, con particolare riferimento al livello di diligenza richiesto al fine di ritenere integrato il criterio dei massimi sforzi.
Il provvedimento – che ha ricevuto 370 voti favorevoli, 33 contrari e 3 astenuti – dovrà tornare al Senato per una nuova lettura.
“Apriamo la strada a nuove forme di protezione per artisti, editori, autori e giornalisti grazie alla direttiva copyright. Cogliamo l’occasione per esprimere la nostra vicinanza e attenzione ai tanti operatori del mondo della cultura, dell’arte e dello spettacolo che hanno subito sulla loro pelle in modo particolare le conseguenze della pandemia, e al quale il ministro Franceschini, che ringraziamo, ha dato un contributo importante da ultimo nel Dl Sostegni con 1 mld di euro stanziato per l’intero comparto”, ha detto Piero De Luca, relatore del provvedimento, nel corso del suo intervento in Aula.
Tra le otto osservazioni espresse dalla commissione Cultura a dicembre, si sottolinea – con riferimento all’articolo 9 – le seguenti:
1) “E’ opportuno che il Governo, nella definizione dei decreti legislativi attuativi della direttiva (UE) 2019/790, individui soluzioni normative che consentano, nell’accezione più ampia possibile, l’accesso libero a opere e materiali, e il loro libero scambio, per l’utilizzo nelle attività didattiche e scientifiche”;
2) “Nel dare attuazione all’articolo 18, paragrafo 1, della direttiva (UE) 2019/790 (che stabilisce il principio che gli autori e gli artisti interpreti o esecutori, se concedono in licenza o trasferiscono i loro diritti esclusivi per lo sfruttamento delle loro opere o altri materiali, hanno il diritto di ricevere una remunerazione adeguata e proporzionata), il Governo valuti la possibilità di prevedere che anche agli artisti interpreti o esecutori di fonogrammi deve spettare un compenso adeguato e proporzionato anche da parte delle piattaforme di servizi di musica a richiesta che utilizzano le loro esecuzioni, da gestire in forma collettiva secondo quanto stabilito dal decreto legislativo 15 marzo 2017, n. 35″;
3) “E’ opportuno che, in sede di attuazione della direttiva (UE)2019/790, il Governo valuti la possibilità di implementare, nell’accezione più ampia possibile, quanto previsto dall’articolo 14 della direttiva, così come esplicitato nel considerandum 53 alla stessa direttiva, riguardante le opere delle arti visive di dominio pubblico, nell’ottica di promuovere il libero sviluppo della cultura, della creatività, del turismo culturale e di tutte le attività economiche che trovano beneficio dalla libera diffusione delle immagini del patrimonio culturale italiano“.
Nel corso dell’esame in Aula sono stati respinti tutti gli emendamenti all’articolo 9 presentati da Fratelli d’Italia.
Il disegno di legge che ha preso il numero AS 1721-B è stato già trasmesso al Senato della repubblica, ma non stato ancora assegnato e, quindi, non è ancora iniziato l’esame.
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