Telegram, il social media di messaggi e comunicazione in gruppo, è sotto indagine da parte della Commissione europea per aver violato il Digital Service Act (DSA).
Di recente, il social media si è trovato immerso in varie situazioni controverse. L’arresto del suo fondatore, Pavel Durov, a Parigi, risolto al momento in una libertà condizionata sotto cauzione, è stato il primo evento a fare notizia. L’arresto è motivato non solo da crimini legati al social media, come traffico di foto pedopornografiche, ma anche da azioni private del CEO, come atti violenti nei confronti dei suoi figli.
Ora anche la Commissione europea interviene contro il social media, dando inizio a un’indagine. Pare che Telegram abbia violato il Digital Services Act, o DSA: un pacchetto di leggi relative ai servizi digitali applicato nel territorio dell’Ue.
Secondo i funzionari della Commissione Ue, il social avrebbe dichiarato un numero errato di utenti, inferiore a quello effettivo. La dichiarazione ufficiale vedeva un totale di 41 milioni di utenti, mentre ufficialmente arriverebbero a 45 milioni: una soglia che, se superata, richiederebbe una supervisione più elevata verso i fruitori.
Al momento l’indagine è in corso, ma il portavoce della Commissione, Thomas Regnier, assicura di avere metodi all’avanguardia a disposizione per portarla a termine.
M.F.Z.
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