I Garanti della Privacy Ue, in un lavoro congiunto, hanno delineato cinque principi di correttezza per tutelare i minori sul web.
In realtà, una squadra di volontari appartenenti alle Autorità europee per la privacy, creato dalla Commissione Europea, ha pubblicato uno studio sul tema.
Online è esageratamente facile imbattersi in pubblicità che non sono necessariamente studiate per ottenere denaro, quanto piuttosto per raccogliere dati personali. È proprio questo il maggior rischio per i minori su internet.
Le pubblicità, nella maggior parte dei casi, sono estremamente persuasive. Devono esserlo per definizione. Questo il problema cruciale che si è dovuto affrontare per delineare le regole di correttezza.
Effettivamente, non c’è la possibilità per i creatori di annunci di verificare quando si è di fronte ad un soggetto minore di età. Per questo l’Ue cambia prospettiva e impone a chi crea la pubblicità di adottare cautele ogniqualvolta la sua pubblicità è indirizzata ai minori (o comunque è probabile che sia vista da loro).
Il problema dell’identificazione del minore sul web passa quindi in secondo piano nel settore pubblicitario. Il contenuto “rivolto” ai minori deve essere creato secondo correttezza a prescindere dall’età dell’utente.
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