Con l’entrata in vigore dell’AI Act, l’Unione Europea ha chiesto agli Stati membri di nominare delle autorità responsabili a livello nazionale che si impegnino a seguire gli sviluppi dell’Intelligenza Artificiale (IA).
L’AI Act inoltre, prevede anche l’istituzione di un comitato europeo per l’Intelligenza Artificiale composto dai rappresentanti delle rispettive autorità nazionali di controllo.
Lo scopo della nuova legislazione è supervisionare, ma soprattutto regolamentare, i progressi delle nuove tecnologie per tutelare gli utenti. Ad esempio, la normativa , tra le altre cose, insiste molto sulla protezione dei dati personali e sulla questione della privacy.
Per scegliere l’autorità di controllo si possono intraprendere due strade. La prima è quella di predisporre un’autorità ad hoc per il controllo dell’IA.
L’altra alternativa è quella di affidare queste funzioni ad un’Autorità nazionale già esistente.
In tal caso, non sarebbe la prima volta che il governo scelga di incaricare un’Autorità indipendente già esistente, come quando ha nominato AGCOM responsabile per l’applicazione del Digital Service Act europeo.
La scelta potrebbe ricadere sul Garante della Protezione dei Dati Personali (GPDP). Il Garante della privacy infatti, è sicuramente tra i candidati papabili visto che l’ente ha emanato diversi provvedimenti in materia IA.
È noto, ad esempio, il suo intervento nei mesi scorsi per far bloccare ChatGPT in Italia, quando la sua politica di trattamento dei dati non era abbastanza trasparente. La sospensione del servizio è rimasta attiva finché non è stato raggiunto un accordo che prevedeva un’informativa più chiara per gli utenti.
Ancora, il GPDP ha pubblicato diversi vademecum per sensibilizzare sui rischi dell’IA. L’Autorità ad esempio ha condotto una campagna per mettere in guardia gli utenti dai deepfake e ha fornito consigli utili per utilizzare gli assistenti digitali nel rispetto della privacy.
Inoltre, il Garante possiede già un Dipartimento sull’Intelligenza Artificiale in seno alla sua organizzazione.
Insomma, ad oggi non si sa chi si occuperà di vigilare sull’applicazione delle disposizioni europee contenute nell’IA Act. Probabilmente però, il GPDP potrebbe avere un ruolo interessante in questo senso, viste le sue competenze nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale.
Articolo di F.M.
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