Nuova proposta per quanto riguarda l’applicazione del GDPR (General Data Protection Regulation, Regolamento generale sulla protezione dei dati) in Europa. Il Regolamento è stato approvato ed è attivo dal 2018 ma dallo scorso 4 luglio prevede di “rafforzare la fiducia dei cittadini facilitando una risoluzione più rapida delle indagini e riducendo il numero di dispute tra le autorità di controllo” dei Ventisette.
Potenziate, quindi, le regole in materia di privacy nel Vecchio Continente. In particolare, nel testo Bruxelles armonizza le norme per i “casi transfrontalieri”. Effettivamente i garanti nazionali avranno campo aperto per fare squadra e agire insieme contro i possibili abusi sul modo in cui i giganti del tech utilizzano le informazioni degli utenti.
Le nuove aggiunte
Viene introdotto l’obbligo per l’autorità nazionale per la protezione dei dati capofila di un’indagine di inviare una “sintesi delle questioni chiave” alle controparti interessate. Così potranno fornire le loro valutazioni.
Vengono inoltre fissate scadenze comuni per una risoluzione più celere delle controversie. Per i consumatori e le imprese, le nuove regole chiariranno e armonizzeranno i termini per presentare un reclamo, assicurando anche un loro adeguato coinvolgimento nei procedimenti e rimuovendo gli attuali ostacoli posti dalle norme diverse presenti sul territorio dell’Unione.
EDPB soddisfatto
Con queste misure, Bruxelles intende garantire “un’applicazione più rigorosa” del GDPR e offrire “una maggiore certezza giuridica”. La nuova proposta mira quindi a rendere più accessibili e veloci i procedimenti transfrontalieri, armonizzando i processi.
Così facendo viene anche semplificato il lavoro delle stesse autorità nazionali garanti della protezione dei dati. Riunite nel Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB, European Data Protection Board), lo scorso anno avevano inviato ai servizi del commissario europeo per la Giustizia, Didier Reynders, una “lista dei desideri” per migliorare l’applicazione del regolamento.