Unione Europea

Ue, Digital Decade: l’Italia è in ritardo

L’Italia ha bisogno di rimettersi al passo con i tempi perché le statistiche recenti rivelano che a livello tecnologico è dolorosamente indietro. 

Digital decade: l’Italia è in ritardo

La Commissione europea ha appena pubblicato il suo rapporto per la Digital Decade, in cui si analizzano le competenze digitali dei vari Paesi e gli obbiettivi che questi si sono preposti. Ovvero l’ottenimento di una percentuale di popolazione dell’80% che possedesse almeno le basiche competenze digitali, nonché almeno 20 milioni di specialisti ICT – Information and Communication Technology, tecnologia di informazione e comunicazione – divisi equamente tra i generi. 

L’Unione europea in generale si trova indietro rispetto a tali obbiettivi. Spicca in negativo l’Italia, in cui meno del 50% della popolazione possiede le competenze di base tecnologiche richieste. Gli specialisti ICT sono, allo stesso modo, la metà del numero richiesto. 

In base ai dati Istat del 2023, le competenze in Italia rivelano un generale disinteresse nei confronti dell’ambito tecnologico. Notevole una statistica per cui, tra il 54% di adulti italiani che non possiedono competenze digitali di livello, il 5,1% del totale degli esaminati non possiede alcuna competenza informatica. Questo pur essendo regolari utilizzatori di internet. 

Dati presenti, obbiettivi futuri

Tra i dati europei spiccano in positivo la Germania e la Spagna, le quali aumentano di 3,3 e 2 punti percentuali nelle competenze tecnologiche, mentre cala la Francia, perdendo 2,3 punti. 

L’Italia è invece in salita, a livello statistico, ma non abbastanza da mettersi a livello: gli specialisti ICT sono aumentati dell’8%, ma non basta a portare la media italiana – 19% – al livello europeo, 24,1%. 

Come prevedibile, buona parte dei giovani italiani – il 59,1% – possiede competenze tecnologiche, mentre la percentuale di anziani (conteggiati tra i 65 e i 74 anni) che le possiede è il 19,4%. Le persone che non possiedono la licenza media, ma presentano competenze tecnologiche, sono invece il 22,6% degli esaminati

Le motivazioni addotte per le statistiche italiane includono la natura insulare del mondo ICT, che crea un circolo vizioso in cui cala l’interesse, la ridotta presenza delle donne e di giovani sotto i 35 anni, nonché la ridotta quota di laureati.  

M.F.Z.

uspi

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