16 grandi aziende di Tlc europee hanno firmato una lettera aperta dove chiedono ai grandi del web di condividere i costi di produzione e sviluppo della rete digitale.
Nel comunicato si legge che le aziende di telecomunicazioni investono circa 50 miliardi di euro all’anno in Europa per sviluppare e migliorare le infrastrutture digitali.
I costi di progettazione e delle materie prime, però, stanno aumentando e queste aziende chiedono un contributo ai colossi del web: “[…] crediamo che i grandi generatori di traffico dovrebbero contribuire in maniera equa ai notevoli costi che attualmente impongono alle reti europee”.
“Un contributo equo è a beneficio prima di tutto dei consumatori. Aiuterebbe a realizzare un roll-out più veloce, con copertura più ampia e qualità migliore”. Aiuterebbe anche le piccole e medie imprese […]: 5G e fibra sono fondamentali per la competitività sul mercato”, continua il comunicato.
D’altronde, un report realizzato da ETNO (European Telecommunications Network Operators Association) assieme ad Axon Partners ha confermato che le GAFAN (Google, Amazon, Facebook, Apple e Netflix) generano oltre il 55% del traffico totale sulle reti. Il loro contributo al mercato delle telecomunicazioni, però, è minimo.
Le Big Tech non ci stanno
La risposta di Big Tech non si è fatta aspettare. Matt Brittin, presidente di EMEA Google ha affermato che la richiesta di queste aziende non è nuova, anzi questi argomenti “[…] sono simili a quelli che abbiamo sentito dieci o più anni fa e non abbiamo visto nuovi dati che cambino la situazione”.
L’Europa spinge per una condivisione dei costi
La richiesta delle aziende Tlc è stata già accolta dall’Unione Europea. Thierry Breton, il Commissario per il mercato interno, ha annunciato una consultazione a proposito del Metaverso nella prima metà del 2023. In questo confronto, che durerà 5-6 mesi, si discuterà anche la questione dei costi di rete.
Inoltre, secondo Breton, una condivisione di costi equilibrata fra aziende di telecomunicazioni e Big Tech è una richiesta ragionevole e solo “l’inizio di una più ampia riflessione”.
A seguito della consultazione seguirà un periodo lungo 1-2 anni di processo legislativo, che porterà a nuove normative per le piattaforme digitali.
Articolo di Y.F.B.