La legge n. 145 del 2018 (Legge di Bilancio 2019), voluta dall’ex sottosegretario all’informazione e all’editoria, Vito Crimi, prevedeva la cancellazione progressiva dei contributi per l’editoria, in 4 anni.
Nel comma 810 della suddetta legge, detto ‘comma Crimi’, proprio dal nome del 5stelle, era previsto il décalage dei contributi, fino alla completa sparizione. Nessuno dei successori di Crimi al Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria (DIE) si è mai effettivamente dichiarato contrari alla legge che abbatteva il sostegno pubblico all’editoria. Nessuno di loro ha provveduto ad abrogarla, ma sono state adottate solo delle proroghe.
Venerdì scorso, 19 gennaio, scadeva il termine per la presentazione degli emendamenti al decreto Milleproroghe, in discussione alla Camera, nel quale non è stata prevista alcuna norma di proroga relativa al sistema di sostegno all’editoria.
Secondo quanto riporta Prima, la maggioranza ha presentato in extremis emendamenti al decreto Milleproroghe per rinviare di altri due anni il taglio ai contributi all’editoria. Se non sarà approvato un ulteriore rinvio, dal 2025 partirebbe il primo taglio di contributi del 25%.
Quindi c’è da attendere. Potrebbero seguire eventuali proposte di riformulazione e quindi un eventuale proroga alla cessazione dei contributi o un’eliminazione definitiva della norma.