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Seconda fase Stati generali editoria, terzo e quarto incontro con le categorie

La settimana appena conclusasi ha visto altri due incontri con le categorie nella cornice degli Stati generali dell’editoria: un primo -in realtà il terzo degli incontri con le categorie del settore-, tenutosi martedì 4 giugno, con le nuove professioni del mondo della comunicazione e del giornalismo, e un secondo -quarto in totale- con le radiotv che ha avuto luogo giovedì 6 giugno.

L’incontro con le “nuove categorie professionali nell’editoria” si è svolto, il 4 giugno, presso la Sala Polifunzionale di Palazzo Chigi e ha visto di nuovo l’assenza del Sottosegretario con delega all’editoria Vito Claudio Crimi.

I tre temi affrontati sono stati l’inquadramento giuridico delle nuove figure professionali del mondo della comunicazione e del giornalismo, la protezione dei contenuti e il nodo previdenziale, più precisamente il nodo del passaggio previdenziale dall’Inps all’Inpgi, come una proposta più volte avanzata a livello legislativo.

Presenti molte figure del settore, che hanno partecipato attivamente al dibattito: Alessandro Angelellli, presidente dell’Assoblogger, Andrea Cornelli, vicepresidente dell’Una (Aziende della comunicazione unite), Claudio Bernardi, presidente di FPA (Fotoreporter professionisti associati), Cristina Pantaleoni, presidente GV Press – Associazione italiana giornalisti videomaker, Francesco Di Costanzo, presidente P.A. Social, Pier Donato Vercellone, presidente Ferpi (Federazione relazioni pubbliche italiane), Roberto Piccinini numero uno di AIRF (Associazione italiana fotoreporter e fotografi) a Roberto Tomesani, presidente nazionale TAU visual, fotografi professionisti.

In primo luogo, è emerso dall’incontro il tema della carenza del paese per quanto riguarda il settore della mancanza di un profilo normativo strutturato; anche quando le leggi esistono, come nel caso della legge 159/200 sulla “Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni”, non sono applicate. Di quest’ultima, ad esempio, l’aggiornamento è richiesto da tutte le parti presenti.

“Non è più rimandabile”, questo il leitmotiv di tutto l’incontro.
Importante anche il bisogno di tavoli di approfondimento tematico e confronto con il Governo per arrivare a soluzioni, ma anche per “cancellare immotivate tensioni tra professionisti che lavorano insieme. Non si deve procedere con la contrapposizione ma lavorare per la sinergia”sostiene Cornelli, rappresentante delle aziende che operano nel mondo della comunicazione.

Si sono alzate anche le voci dei comunicatori, fotografi e fotoreporter che hanno chiesto il loro spazio nel settore, riferimenti normativi e tariffari certi e commisurati. È Pantaleoni -presidente GV Press – Associazione italiana giornalisti videomaker- a sottolineare come anche i videomaker non sono inquadrati professionalmente, nonostante con il loro lavoro riempiano le pagine dei giornali.

Tema affrontato e importante per il dibattito è il profilo deontologico: “I fotoreporter rischiano l’estinzione” lamenta Bernardi (Fpa), chiedendo a gran voce anche “il rispetto e la tutela del copyright, da estendere a 50-70 anni dallo scatto, sanzioni per omessa firma dell’autore da parte di giornali ed editori, strumenti per contrastare il saccheggio di immagini da parte di carta, web e tv”.

Per finire, il tema del trasferimento dei comunicatori dall’Inps all’Inpgi. Cornelli (Una) la considera una manovra volta a salvare l’Inpgi e, sempre a suo dire, la soluzione sarebbe “una gestione Inps dedicata a questi comparti”.

L’aspetto qualitativo dell’informazione è sempre più indispensabile nel mondo dei media in così veloce cambiamento, dovuto all’incalzante innovazione tecnologica. Per mantenere la qualità, e quindi di conseguenza la credibilità dei media stessi, è di preminente importanza che il lavoro giornalistico sia non solo retribuito, ma che lo sia anche in modo congruo.

Con questo tema si è aperto il confronto durante il quarto incontro con le categorie, quello del 6 giugno, nello scenario degli Stati generali, che ha visto come protagoniste le radiotelevisioni. L’incontro dedicato al futuro del giornalismo radiotelevisivo e alle garanzie di libertà e indipendenza nello svolgimento della professione ha visto gli interventi di Direttori quali Enrico Mentana (La7), Giuseppe Carboni (Tg1), Giuseppina Paterniti (Tg3), Alessio Falconio (Radio Radicale) e altri.

“La qualità ha dei costi molto elevati e l’informazione deve essere di buona fattura”, su questo concordano Mentana e Carboni, ma il punto cruciale è sicuramente l’aspetto economico: “il vero problema sono i soldi: l’informazione se deve essere professionale deve essere remunerata(…), la mammella può essere lo Stato, o le fondazioni, o la pubblicità o il crowdfunding, il finanziamento collettivo”, chiarisce Mentana, che poi conclude con una domanda a cui bisogna saper dare una risposta in tempi brevi: “nel 2023 chi finanzierà i giornali, la tv, i siti informativi e le radio che fanno il servizio pubblico?”

Un intervento puntuale è stato, come sempre, quello del Capo Dipartimento Ferruccio Sepe, caposaldo degli incontri a Palazzo Chigi. Sepe ha chiarito come il vero argine alle devianze e all’uso distorto del web sta nell’autodisciplina, più che nell’evoluzione delle nuove tecnologie o nella regolamentazione sempre più stringente. La deontologia torna ad occupare un posto di prim’ordine sulla scena dell’informazione nazionale, delineandosi come elemento qualificante del lavoro giornalistico professionale.

Il settore comunque ha molte criticità: in un sistema sempre più indirizzato sul web, la qualità dell’informazione dovrà aumentare e con essa la professionalità del lavoro giornalistico per non perdere la fiducia dei lettori che trovano sempre più nell’online lo spazio in cui effettuare le proprie ricerche informative.

Per questo è importante il tema della crossmedialità, ovvero la possibilità di mettere in connessione i vari mezzi di comunicazione tramite la nuova diffusione di piattaforme digitali, concetto chiaro e fondamentale per il Tg3: “stiamo facendo uno sforzo enorme sotto il profilo della formazione professionale, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto fondamentale del linguaggio. Anche la normativa dovrebbe tener conto della figura del giornalista crossmediale”, sottolinea Giuseppina Paterniti, Direttore del Tg3 durante il suo intervento.

Insomma, per tutti i soggetti chiamati in causa, l’attenzione alle nuove figure in campo e la loro tutela è fondamentale. Per il Direttore di Radio Radicale, Alessio Falconio, il servizio pubblico svolto dalla sua emittente radiofonica deve essere riconosciuto “nella consapevolezza anche del Governo”. Deve essere responsabilità delle istituzioni tutelare il panorama del servizio pubblico informativo che svolge un così importante ruolo nella diffusione della trasmissione delle notizie.

In conclusione, dall’incontro emerge un’ultima richiesta di regolamentazione: dare vita a un tavolo di confronto sovranazionale che possa districare il complesso nodo che riguarda la relazione tra il mondo dell’informazione e i gestori dei social network e dei motori di ricerca. La strutturazione di un sistema condiviso è sicuramente complessa, ma bisogna affrontare il problema al più presto per non ritrovarsi, poi, con il dilemma sul come andare avanti.

Gli Stati generali continueranno la prossima settimana con altri due incontri: quello di martedì 11 giugno dal titolo “Dalla carta stampata al digitale, effetti della raccolta pubblicitaria sull’editoria” e quello con i lavoratori poligrafici di giovedì 13 giugno.

Tutti i video degli incontri con le categorie sono disponibili sul sito del DIE.

Irene Vitale

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